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Zoom ora ha due funzioni per combattere i troll

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Chi sceglie Zoom per le videoconferenze ora ha a disposizione due utili strumenti in più per gestire i “disturbatori seriali”. L’app negli ultimi dieci mesi ha visto crescere esponenzialmente il numero dei suoi utilizzatori a causa della pandemia di coronavirus: per quanto drammatica, è un’occasione più unica che rara per battere il ferro finché è caldo andando a migliorare giorno dopo giorno un servizio che probabilmente dovremo utilizzare ancora per un po’.

Come gli altri infatti non è privo di difetti ma Zoom più di tutti, proprio per questa improvvisa popolarità, si sta dando da fare per sistemare tutte quelle lacune che rendono la piattaforma un po’ ostile. Uno dei problemi più grandi dettati da questo imponente afflusso di utenti è il cosiddetto fenomeno “troll”, una persona cioè che ha come unico scopo quello di creare scompiglio. Quasi sempre lo fa per il solo gusto di far arrabbiare chi è impegnato in una videochat, ma per chi con Zoom ci lavora può essere un grande impedimento.

Perché una delle funzioni più utili di Zoom è anche la più pericolosa: avere l’accesso facilitato alle videochat rende infatti la partecipazione semplice ed immediata non solo a chi è realmente invitato, ma appunto anche a chi non dovrebbe esserci. Intrufolarsi in una videochat di Zoom insomma è molto facile perché basta cliccare sul link della stanza virtuale per accedere. Questo almeno fino a poche ore fa, perché grazie alle due funzioni appena introdotte il troll ha ormai i secondi contati.

Ciascun partecipante può infatti segnalare l’abuso da parte del disturbatore e immediatamente chi gestisce la chat può bloccare tutto: in un click cioè si vanno a sospendere il flusso video, l’audio, la chat, le annotazioni e la condivisione dello schermo, nonché tutti gli eventuali sottogruppi presenti. A quel punto si può rintracciare il troll e buttarlo fuori, per poi riprendere la conferenza da dove la si era lasciata.

L’altro strumento introdotto è ancora più interessante perché lavora in maniera più macroscopica. In pratica analizza il web e scandaglia i social media alla ricerca dei collegamenti Zoom Meeting condivisi pubblicamente e, quando ne rileva uno che può avere un’alta probabilità di essere interrotto, va ad avvisare il proprietario dell’account consigliandogli di eliminare la riunione e crearne una nuova.

Entrambe le funzioni sono già disponibili nella versione 5.4.3 dell’app desktop e mobile di Zoom, mentre sul client web arriverà entro la fine dell’anno. Come dicevamo la società si è data parecchio da fare in questo ultimo periodo dal punto di vista della sicurezza: si è infatti impegnata per migliorarla collaborando con la Federal Trade Commission e giusto a settembre ha implementato la crittografia end-to-end.

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