Come l’One Laptop Per Child, OLPC di Nicholas Negroponte, costa più di quanto non fosse stato preventivato. Però promette anche molto. Si chiama Zeebo, è un’altra console “alternativa” che promette di sfondare in quei mercati in cui i bambini, tutti i bambini sono così poveri da non avere occhi per piangere e soldi per videogiocare.
Adesso non più: con soldi che provengono da Qualcomm e la peculiarità di funzionare tramite rete telefonica 3G per scaricare i games, la nuova console andrà fra poche settimane in vendita in Brasile al prezzo non esattamente popolare di 199 dollari.
Dicono quelli di Zeebo: un terzo delle altre console (con l’eccezione del Nintendo Wii). E ancora: il vero vantaggio è il modello di distrubizione dei giochi, al quale hanno aderito tutti i grandi. Vale a dire Capcom, Digital Chocolate, EA Mobile, Id Software, Namco e THQ, tra gli altri. Ma non basta, perché i grandi dopo lo schiaffone del Wii e dell’iPhone (due successi cataclismatici che avevano colpevolmente trascurato) adesso aderirebbero anche alla console fatta da me con i soldi della nonna come angel capitalist (e considerando che è morta, “angel” è la migliore definizione).
La “visione” dietro questa console è colonizzare i paesi emergenti proponendo un apparecchio che in pratica ha solo bisogno di un vecchio televisore, di un sistema di pagamento a distanza (tipo carta di credito, ma anche i punti da grattare o la scheda sim) e di accesso alla rete telefonica cellulare a larga banda. Perché nel Mato Grosso, pare ci siano relativamente pochi negozi di videogiochi.
La domanda adesso è un’altra. Come successe per l’OLPC, che in realtà riuscì a stimolare la curiosità di Asus e fargli creare l’EeePc, che dapprima venne venduto nel terzo mondo e poi arrivò ai ragazzini ricchi dell’occidente capitalista e devastato dai debiti, trasformando in un super-economico, super-successo, accadrà la stessa cosa anche con Zeebo oppure il successo economico già c’è e si chiama Nintendo Wii?