Non è andata bene la prima giornata in borsa per Yahoo dopo la rinuncia all’acquisto da parte di Microsoft. Il titolo della Y viola ha infatti perso il 15% netto rispetto alla chiusura di venerdì, un crollo ampiamente previsto e che, per alcuni versi, è stato anche inferiore a quello stimato da alcuni analisti che pensavano ad un calo anche oltre i 20%.
La fuga degli investitori va vista con uno sguardo alle passate settimane, quando scommettendo su un acquisto da parte di Microsoft gli acquisti avevano innalzato YHOO da 19 a quasi 29$. In pratica in una sola giornata il titolo di Yahoo ha perso la metà di quello che aveva guadagnato e poi, sostanzialmente, consolidato durante i giorni della trattativa conflittuale con Microsoft.
Parallelamente sono cresciute, anche se di poco, le azioni di Microsoft mentre sono salite in maniera piuttosto decisa (+2,3%) quelle di Google. Per quanto riguarda quest’ultima la convinzione, evidentemente, è quella che per ora la sua supremazia nel settore della pubblicità on line non sarà scalfita. Per quel che riguarda Microsoft sembra esserci più cautela che soddisfazione da parte del mercato.
Numerosi osservatori, pur ammettendo che la rinuncia a Yahoo, un investimento enorme che avrebbe obbligato Redmond ad andare sul mercato in cerca di capitali, rappresenta un allentamento della pressione sul bilancio e molte complicazioni e distrazioni in meno per l’integrazione delle sue società , si chiedono se non si sia di fronte ad un punto di svolta in qualche modo comunque negativo. Redmond resta con lo stesso problema che aveva in precedenza: trovare un sistema per concorrere seriamente con Google. Con Yahoo Microsoft avrebbe triplicato il suo mercato per la ricerca di termini su Internet e sarebbe divenuta il principale distributore di banner grafici sulla rete. Ora Microsoft dovrà cominciare da capo procedendo con l’acquisizione di realtà più piccole con le quali sarà pressoché impossibile raggiungere lo stesso traguardo che avrebbe istantaneamente avuto a disposizione con Yahoo. Neppure l’acquisto paventato di MySpace o quello di Aol, pur di enorme portata sarebbero in grado di pareggiare l’acquisto di Yahoo. Tra chi si trova sotto pressione così c’è anche Ballmer, oggi meno forte perché con il tentativo di acquisto di Yahoo ha implicitamente ammesso di non avere in casa le risorse per combattere il principale nemico. In più Ballmer tornando a casa con le pive nel sacco ha dimostrato che Microsoft si può sconfiggere e può farlo anche una società non del tutto in salute come Yahoo.
Ma se Ballmer non è su una sedia comoda, Jerry Yang, amministratore di Yahoo, è su un vero e proprio letto di chiodi. Per non essere letteralmente sopraffatto da una ribellione dei suoi azionisti dovrà dimostrare di essere in grado di mantenere le promesse che prevedono un aumento netto del fatturato del 25% nei prossimi due anni, un traguardo che potrebbe essere messo in crisi dal mercato che sembra non così favorevole in prospettiva. Attualmente la speranza più concreta per Yang resta nell’alleanza con Google per la distribuzione di pubblicità .
La strada che dovrebbe unire le due arci-rivali non è comunque comoda. Oltre alle difficoltà che potrebbe porre l’antitrust, ci sono anche problemi di opportunità per Yahoo che dovrebbe giustificare davanti ai suoi azionisti la spesa di 2 miliardi di dollari per creare una piattaforma che fino a qualche settimana fa veniva definita come rivoluzionaria e senza pari al mondo e che ora viene messa in secondo piano a scapito di un’alleanza con il nemico di sempre.