Yahoo non naviga in buone acque e recentemente ha annunciato che il proprio Consiglio di amministrazione, ha deciso all’unanimità di interrompere le attività relative al piano in sospeso, annunciato nel gennaio del 2015, per lo scorporo della partecipazione restante della società ad Alibaba Group Holding Limited.
Il consiglio valuterà strutture transazionali alternative per lo scorporo della partecipazione ad Alibaba; ai sensi di detta transazione di inversione dello scorporo, il patrimonio attivo e passivo di Yahoo, esclusa la partecipazione ad Alibaba, verrebbe trasferito a un’azienda di nuova istituzione, il cui patrimonio azionario verrebbe distribuito pro rata agli azionisti di Yahoo con conseguente creazione di due società pubbliche a sé stanti.
I problemi non impediscono a Marissa Mayer, Direttore generale di Yahoo, di festeggiare in azienda in occasione del Natale e del Capodanno in arrivo. Le feste in corso sarebbero costate 7 milioni di dollari, una cifra importante per i comuni mortali ma non troppo per una società come Yahoo che spende regolarmente anche 2/3 milioni di euro per questa tipologia di eventi. Tra le curiosità della festa prima di Capodanno, segnaliamo l’abbigliamento della Mayer, seduta ad accogliere gli ospiti da sola in un salottino presentandosi come una sorta di pezzo da museo.
Ne parla Vice spiegando che i detrattori della Mayer avranno pane per i loro denti dopo la foto in questione. Forbes ha recentemente ascoltato una dozzina di manager ed ex-manager sulla strategia della Mayer e a loro dire c’è poco da fare per rimettere in sesto la società. La strategia seguita dall’amministratore è definita confusa, la gestione è criticata e tante persone stanno da alcuni mesi abbandonando la nave…
Il fondo SpringOwl Asset Management ha presentato un documento di 99 pagine con la sua ricetta per salvare Yahoo!, evidenziando la necessità di focalizzarsi su pochi prodotti utili e funzionanti come ad esempio il servizio di posta elettronica. Tra le critiche, le spese eccessive per l’acquisizione di aziende come ad esempio la startup Polyvore specializzata in moda e tendenze, costata ben 230 milioni di dollari.