Yahoo! vuole un nuovo logo e in un video pubblicitario mostra ipotetiche possibili forme, varie bozze di quello che diventerà il nuovo marchio aziendale. Sino al 4 settembre diverse varianti saranno mostrate su Tumblr e sulle homepage dei vari network della società. L’unica cosa certa è che il colore porpora, il punto esclamativo e il famoso yodel (il richiamo sonoro) rimarranno. La scelta definitiva sarà fatta il 4 settembre.
I fondatori, David Filo e Jerry Yang, studenti e dottorandi di ingegneria elettronica all’Università di Stanford, ebbero l’idea di creare una guida al Web nell’aprile 1994. All’epoca si trattava ancora di uno strumento utile ma riservato al loro uso personale, che consentiva di trovare sulla rete le fonti delle informazioni di loro interesse. In breve tempo, si resero conto che i loro elenchi stavano diventando sempre più importanti e difficili da gestire.
Nel 1994, trasformarono Yahoo! in una banca dati concepita come risposta alle esigenze di milioni di utenti che iniziarono a usare il servizio. Svilupparono del software per localizzare, identificare e commentare il contenuto dei siti esistenti. Il nome Yahoo! dovrebbe significare “Yet Another Hierarchical Officious Oracle” – cioè “Ancora un oracolo ufficioso strutturato gerarchicamente” -, ma Filo et Yang insistono sul fatto che hanno scelto questo nome perché si definiscono anche loro dei Yahoo.
All’inizio, Yahoo! era ospitato dalla postazione di lavoro di Yang, “akebono”, mentre il motore di ricerca era installato sul computer di Filo, “konoshiki”. Queste macchine devono il loro nome a due lottatori di sumo hawaiano che divennero due leggende del sumo. All’inizio del 1995, Marc Andreessen, cofondatore di Netscape Communications (con sede a Mountain View, in California), propose a Filo e Yang di trasferire i loro file sui potenti server di Netscape. Improvvisamente, la rete di Stanford ritornò a un traffico normale, con grande soddisfazione generale. Oggi, Yahoo! organizza e recensisce gerarchicamente le informazioni del Web per decine di milioni di computer collegati al Web.