Xiaomi potrebbe essere multata per aver mentito sulle cifre di vendita dei suoi dispositivi, tentando di sfruttare una strategia che va sotto il nome di “hunger marketing”, letteralmente “marketing della fame”. La strategia consiste nel rendere disponibile sul mercato un prodotto in un numero leggermente inferiore alla domanda, per convincere gli utenti ad accorrere per l’acquisto, spinti dalla paura di arrivare troppo tardi e restare quindi a bocca asciutta. Perché la strategia funzioni, è necessario però creare grande attesa prima del lancio del prodotto ed fra le strategia principali per riuscirci c’è anche quella di “gonfiare” i numeri e il successo di prodotti precedenti correlati.
Secondo la FTC di Taiwan, Xiaomi avrebbe appunto mentito sul numero di unità vendute per i suoi dispositivi, arrotondando per eccesso le cifre reali relative ai periodi di disponibilità e dando così l’impressione di aver venduto molto di più. In realtà le cifre dichiarate sono sì imprecise, ma si discostano poco da quelle reali: nei tre periodo di vendita presi in esame, Xiaomi ha annunciato rispettivamente 10.000, 10.000 e 8.000 unità vendute, mentre le cifre reale sono state 9.339, 9.492 e 7.389 unità vendute; numeri che si distanziano di poco da quelli reali. La multa inoltre sarebbe irrisoria, pari a circa 20 mila dollari, briciole per un’azienda che fattura milioni di dollari.
Xiaomi ha risposto con un manifest0 beffardo, in cui si scusa con la FTC di Taiwan per non essere riuscita a vendere le poche unità che distanziano i dati reali da quelli dichiarati, con l’immagine di un bambino con tanto di mano sul viso. Un manifesto che suona più com una beffa ed un’ulteriore mossa di marketing per evidenziare numeri di tutti rispetto.