Il settore degli smartphone si sta riprendendo: dai primi giorni in cui il mondo è stato travolto dalla pandemia di coronavirus, la curva delle vendite sta puntando di nuovo verso l’alto. E questo, un po’ a sorpresa, ha portato ad un cambio della guardia.
Secondo le stime pubblicate da Gartner, Xiaomi avrebbe superato Apple nel corso del terzo trimestre dell’anno, passando da 32,9 milioni di telefoni venduti lo scorso anno (pari ad una quota di mercato dell’8,5%) a 44,4 milioni di unità (12,1%) alla fine dell’estate da poco conclusa. Non è che Apple sia rimasta a guardare, ma rispetto all’anno scorso i suoi numeri sono in leggero calo: ecco perché i 40,6 milioni di iPhone venduti in questo arco di tempo non sono sufficienti per mantenere il trono.
Ma la notizia ancor più bella per chi lavora in questo settore, come accennavamo in apertura, è un’altra. Le vendite complessive degli smartphone infatti sono migliori rispetto a quelle registrate ad inizio anno. Sono sempre in calo del 5,7% rispetto allo scorso anno, ma la percentuale è molto più bassa se la si paragona al -20% registrato nei primi sei mesi del 2020, un calo che come abbiamo già scritto è stato condizionato principalmente dalle conseguenze generate dalla pandemia di coronavirus. Le condizioni “quasi normali” in Cina hanno contribuito a ripristinare la produzione e – scrivono – ci sono accenni di un rilancio dei mercati anche in Asia e in America Latina.
Per quanto riguarda il sorpasso di Xiaomi, non centra soltanto il fatto che i telefoni di Apple in quel periodo si trovavano a fine ciclo (come sappiamo, i nuovi iPhone tradizionalmente vengono presentati in autunno). Parte di questo successo va infatti alle migliori condizioni della Cina ma, soprattutto, al declino di Huawei: quest’ultima infatti, a causa dei divieti commerciali imposti dal governo-Trump, ha subìto un duro colpo nelle vendite.
Perciò con Huawei che a poco a poco viene assorbita dai diretti concorrenti Android e con la linea 12 di iPhone presentata ad ottobre, è probabile che la rotta si inverta di nuovo già nel quarto trimestre: i risultati di fine anno potrebbero essere tutt’altra storia.