Il successo di Xbox 360 non è da prima della classe ma è comunque ottimo. Per migliorare la segmentazione dell’offerta – che prevede una versione base molto spoglia, forse messa lì per “tenere” un prezzo artificialmente basso, e una “completa” – arriva dunque il modello Elite. Si tratta, secondo Microsoft, di quel che i gamers desiderano: porta HDMI, disco rigido da 120 Gb e cover nera. Il prezzo negli Usa sarà di 479 dollari.
I problemi non mancano tuttavia anche per la console di Redmond, a sottolineare quella che oramai si potrebbe definire una vera epidemia di Microsoft. Sono sempre più numerose infatti le segnalazioni di furto di identità dei giocatori. Anzi, di vere e proprie “punizioni” per chi “sgarra” con il clan sbagliato. Cosa succede? E’ tutta colpa dell’online.
Infatti, nei giochi più popolari dov’è possibile giocare in rete, si formano i clan di giocatori che si affrontano su arene prestabilite ad orari fissati attraverso chat e siti web. Ma per chi si trova a “dare noia”, magari in maniera incolpevole semplicemente entrando nell’arena sbagliata al momento sbagliato, le punizioni sono molto dure. A questo pare è semplice “rubare” l’identità online di un giocatore, impossessarsi del suo personaggio e fargli fare comportamenti scorretti in altre arene sino a che non viene bannato automaticamente dal gioco grazie a software vigilanti realizzati dalle case produttrici.
Questa si sta rivelando come una brutta sorpresa per un numero sempre maggiore di giocatori, anche se non è ancora chiaro come in effetti avvengano i furti di identità e soprattutto visto che ancora non c’è alcun riconoscimento esplicito del fenomeno da parte delle aziende interessate. A quanto pare, però, si tratterebbe soprattutto di forme di “social engineering”, ovvero i malintenzionati chiamerebbero i call-center dei produttori dei giochi spiegando di aver perso la password, oppure che è stata cambiata dal fratellino minore e cose del genere sino a che non riescono a convincere qualcuno tra i centralinisti a fornire abbastanza indizi da poter sovvertire l’account e prenderne possesso. A quel punto, per l’ignaro giocatore legittimamente titolare dell’identità online, cominciano i problemi…