I keynote di Apple sono una cosa strana, perché alle volte ti danno quello che è logico che ti diano, e i sogni e i desideri rimangono frustrati. Altre volte invece sembra la notte di Natale e la fatina buona ti porta proprio i regali che avevi chiesto. Magari cinque anni fa, ma insomma non andiamo troppo per il sottile.
La cosa che abbiamo scritto tutti un milione di volte è quella relativa all’iPad: uno strumento fenomenale, fantascientifico, con un processore potente come se non più di molti Mac del passato e anche di qualcuno del presente. Tenuto con il freno a mano tirato di iOS, un sistema operativo touch bello e funzionale e intuitivo ma pensato e sviluppato per dei telefoni.
Nel corso degli anni, in tempi non sospetti, abbiamo provato a vivere di solo iPad. È stata una scelta buona, bella, generosa, coraggiosa, alle volte penalizzante, sicuramente una rimessa in discussione di tutto quel che facciamo e di come lo facciamo. Nella piccola – ma neanche tanto piccola – cybersfera social del mondo Apple il tormentone “passo a iPad e ciao” è costante. Apple stessa la spinge molto, perché gli iPad si vendono molto e sono un prodotto consumer ma anche professionale – vedi i modelli con USB-C di ultima generazione – che fanno abbastanza la differenza. Solo che non sono in grado di coprire la maggioranza dei bisogni di un utente di MacBook (o di PC portatile, se è per questo). Almeno, sino ad ora.
Apple sdoppiando il sistema operativo con versione iOS e versione iPadOS ha chiaramente dimostrato di voler far crescere la piattaforma oltre i suoi attuali limiti, avvicinarla al Mac, uniformare la produzione di molte app, e cercare di rubare più mercato che può al settore dei computer portatili.
A parte tutte le tecnologie e le integrazioni proprie dell’ecosistema Apple – con la gigantesca parte lasciata alla privacy – quello che è molto interessante è che adesso un iPad Pro diventa uno strumento di lavoro che permette di gestire un flusso più complesso e articolato di prima. La parte più significativa è il mutamento del modo di fare input, l’accesso ai file, il browser di serie che chiede sempre la versione desktop ottimizzata dei siti, la possibilità di fare conto su un sistema multitasking e multi-app molto più maturo.
E poi, ragazzi, non scherziamo: con USB-C e la possibilità di collegare tutto (chiavette, hard disk, schede di memoria, macchine fotografiche) senza più i vincoli precedenti né per quanto riguarda l’accesso a file system esterni né per il bisogno ad esempio di importare le foto prima dentro Foto e poi passarle in copia a una eventuale altra app, sono cose che non andavano neanche chieste ma adesso finalmente ci sono e si va alla grande.
Altra cosa: due finestre della stessa app una accanto all’altra. Un po’ di tempo fa parlando con uno sviluppatore questo cronista chiedeva come mai la sua app non potesse affiancare due finestre in modo da vedere parti diverse del contenuto o contenuti di documenti diversi. “Non serve”, diceva lo sviluppatore, ma sbagliava. Apple lo ha dimostrato.
Assieme agli hard disk collegabili (evviva!) questa è la seconda più grande e interessante novità di iPadOS. Perché succede milioni di volte di dover affiancare due fogli di calcolo, due email (una in lettura e una in scrittura), una pagina scritta di appunti con una pagina da scrivere con il documento finale. La cosa bella di un iPad è che ti aiuta a concentrare, ma la cosa bella di un Mac o di un PC è che ti aiuta a confrontare e collaborare tra documenti differenti. Un limite, nel caso di iPad, che adesso è stato finalmente e felicemente superato.
La gestione dei documenti, cioè File rinnovata con la possibilità di accedere a file system più ricchi e con metadati più articolati, è una cosa di tutto rilievo e che meriterebbe un capitolo a sé stante. Serve sempre un adattatore, come in tutti i computer che utilizzano USB-C come unica forma di connessione in un mondo di tante, ancora troppe connessioni USB-A. Però vi garantiamo che ha la potenzialità di cambiare la vostra vita. Almeno, per quanto riguarda l’usabilità di iPad Pro in un ambiente lavorativo più strutturato.
Adesso si pone un solo, serio interrogativo: meglio 11 pollici o 12,9? Perché in tutte le schermate Apple utilizza sempre l’iPad con lo schermo più grande e un motivo ci sarà…
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