La nuova rivoluzione musicale di Apple è imminente. È il Wall Street Journal, una fonte molto affidabile quando si tratta di prodotti Apple a confermare che l’offerta in streaming debutterà alla WWDC aggiungendo anche alcuni dettagli che servono a capire meglio come il sistema funzionerà.
Un elemento utile a comprendere lo spirito del servizio è il doppio uso; da una parte al classico abbonamento da 10 dollari al mese, non differente da quanto offerto da Spotify, si accosterà una versione potenziata di iTunes Radio, che adotta la stessa formula di radio streaming di Pandora. Quest’ultima modalità d’ascolto sarà il fulcro del rilancio musicale di Apple, indirizzato alla riconquista della porzione di pubblico che l’azienda ha perso negli ultimi anni a beneficio dei due citati concorrenti: iTunes Radio uscirà dai confini statunitensi e sarà disponibile per gli tutti gli utenti d’oltreoceano che fino ad oggi hanno atteso invano il lancio di Pandora (speriamo italiani compresi).
Così come accade per Pandora, per il suo sostentamento iTunes Radio farà affidamento sugli annunci pubblicitari; gli utenti non potranno scegliere liberamente quali brani ascoltare, ma potranno sintonizzarsi su alcuni canali radio ed ascoltare la musica loro proposta dal servizio. La differenza sostanziale con Pandora saranno le playlist disponibili, curate e selezionate da DJ professionisti e specializzati nella creazione di canali a tema personalizzati.
Oltre all’offerta gratuita, Apple tenterà di convincere la sua nutrita base di oltre 110 milioni di utenti iTunes a sottoscrivere un abbonamento mensile da 10 dollari, impresa che si preannuncia non priva di difficoltà: l’utente medio di iTunes spende circa 30 dollari all’anno in musica e persuaderlo a quadruplicare il suo esborso annuale, alzandolo a 120 dollari, sarà per Apple la sfida più ostica.
La Mela prevede una massiccia campagna pubblicitaria a supporto dei suoi servizi musicali, offrendo un periodo di prova ai nuovi utenti o consentendo ad artisti e a case discografiche di rilasciare brani in esclusiva solo per abbonati o iscritti, così come avvenuto in passato per molti album e brani in download su iTunes Music Store. Apple potrà anche raggiungere i potenziali clienti direttamente sui loro dispositivi iOS usati per ascoltare abitualmente la musica preferita.
Forte dei suoi canali preferenziali nelle relazioni con le case discografiche, Apple ha tentato di bruciare le tappe per assicurarsi le licenze necessarie ad offrire musica in streaming, ma al momento secondo il Wall Street Journal, l’azienda non avrebbe ancora siglato tutti gli accordi con tre della quattro principali major discografiche, Universal Music Group, Sony Music Entertainment e Warner Music Group, finalizzando solamente con EMI.
Se Cupertino non riuscisse a portare a casa gli accordi prima della prossima conferenza degli sviluppatori, l’azienda potrebbe decidere di rimandare l’annuncio ufficiale, sebbene questa eventualità sia considerata improbabile dalle fonti della testata USA.
L’assenza di una offerta gratuita in stile Spotify, caaece di offrire non solo ascolto illimitato ma anche la possibilità di scegliere puntualmente i brani e la loro successione, potrebbe essere il principale freno al successo del servizio di Apple. I numeri di Pandora (ad oggi giunto a 250 milioni di iscritti) mostrano che le internet radio sono vive e vegete, ma la tiepida accoglienza ottenuta da iTunes Radio in USA potrebbe ripetersi anche nel resto del mondo.