Steve Jobs, è ormai risaputo, fu cacciato dalla sua stessa società nell’aprile del 1985. In quel periodo le vendite del Macintosh non raggiunsero i livelli attesi, così il fondatore di Apple attribuì il flop all’allora amministratore delegato John Sculley che, in tutta risposta, chiamò in causa il consiglio di amministrazione per scegliere, con un ultimatum, “o lui o Steve Jobs”.
Stando a quanto però racconta il co-fondatore di Apple Steve Wozniak, le cose non andarono proprio così. «Steve Jobs non è stato cacciato: se ne andò di sua spontanea volontà» scrive commentando un post su Facebook incentrato sul nuovo film di Aaron Sorkin «Dopo il fallimento del Macintosh è giusto presumere che Jobs, con le sue manie di grandezza, si sentì in imbarazzo per non aver raggiunto lo scopo».
Anche la versione di John Sculley, condivisa lo scorso maggio, è in linea con quanto appena dichiarato da Wozniak: «Steve non fu mai licenziato. Si prese un anno sabbatico ed era ancora Presidente del Consiglio di Amministrazione. Aveva il morale a terra, nessuno l’allontanò ma era fuori dal Mac, sua creatura, e non mi perdonò mai per questo. Avviò la NeXT e fu denunciato dal consiglio per avere assunto ingegneri Apple, ma non fu mai licenziato da Apple».