Chi potrebbe mai sognare di accostare il leggendario Ceo Steve Jobs a Donald Trump? Finora nessuno, ma ci ha pensato Steve Wozniak: in una serata di gala alla Carnegie Music Hall la temperatura deve essere immediatamente precipitata sotto lo zero quando dal palco il cofondatore di Apple ha espresso il suo pensiero.
Secondo il Woz alcuni aspetti della personalità di Steve Jobs erano molto Trumpish. Scagliata la bomba l’ex geniale ingegnere di Apple non fornito delucidazioni: non ha offerto esempi né spiegato come, perché e per quali aspetti il carattere di Steve Jobs richiama nella sua mente Donald Trump. Certo è che non si tratta di un complimento: sono noti gli attriti tra i due giovani Steve prima e dopo la fondazione di Apple, così come è altrettanto noto che il Woz non è un fan di Donald Trump che una volta ha definito come una «Persona molto scortese» come riporta Cult of Mac.
Negli ultimi anni Wozniak è diventato celebre per le sue dichiarazioni spesso non politically correct, in molti casi ad anni luce di distanza dalle linee di Apple, sovente anche con uscite bizzarre ed eccentriche. Ma forse è troppo facile etichettare l’ex genio dell’elettronica come un miliardario annoiato in cerca di visibilità. Wozniak non ha mai nascosto né taciuto gli aspetti più spigolosi del carattere di Jobs da lui non graditi e apertamente osteggiati.
Gli episodi non mancano: ancora prima di fondare Apple Steve Jobs mentì spudoratamente sul compenso reale ricevuto da Atari per creare Arkanoid, lavoro hardware e software che il Woz eseguì al posto di Jobs che gli aveva promesso la metà esatta della somma. Ad anni di distanza la delusione del Woz per essere stato ingannato dall’amico allora fidato è finita sui libri che parlano della storia di Atari e di Apple.
Quando Apple stava per compiere il balzo da piccola società a multinazionale, Steve Jobs rifiutò ad ogni costo di assegnare azioni a un amico comune che lavorava in Apple fin dai primi giorni di assemblaggio manuale di schede madri nel garage. Woz protestò ma non ci fu nulla da fare: Steve Jobs fu inamovibile e il Woz risolse il problema a modo suo: regalò di tasca sua all’amico decine di azioni che con la quotazione in borsa ottennero un valore strepitoso. Gli esempi possono continuare fino a giorni più recenti e da qui alla possibile spiegazione dell’accostamento di Steve Jobs a Donald Trump.
Wozniak ha lavorato con Steve Jobs fin da ragazzo e nei primi anni di Apple, quando molti dipendenti e colleghi e non solo, riconobbero che il giovane Steve era intrattabile, egocentrico e in alcuni casi persino crudele con le persone. Lo Steve Jobs della maturità, quello del Ceo leggendario che ritorna in Apple e la conduce dall’orlo della bancarotta alla società più valutata al mondo, era sempre Jobs ma diverso, con alcuni angoli del carattere e delle personalità molto più gestibili e secondo molti, anche più umano.