Oramai qui a Macity tutti girano con almeno un paio (se non tre) iPhone. Con la scusa di doverlo provare, testarne la resistenza, verificare la durata della batteria e tutto il resto, ne abbiamo portato dall’America anche uno per la signora che viene tutti i sabato mattina pulire le postazioni di lavoro…
Ci siete cascati? No, di iPhone non ne abbiamo a sacchi e neanche a sacchetti. Però un po’ ne abbiamo visti, come possono testimoniare le prove e le gallery (siamo dopotutto la prima testata giornalistica italiana ad averne pubblicato una prova in anteprima lo scorso gennaio) pubblicate nel corso dei mesi. E poi abbiamo scritto dell’attesa, dell’uscita, delle reazioni, dei problemi, dei numeri annunciati ieri. Cronaca delle ultime settimane, insomma. E qual è la sensazione che si è andata coagulando nelle nostre menti?
Premesso che non si sa ancora niente di quando arriverà e soprattutto di che cosa arriverà in Italia. Forse un modello diverso, forse questo ma intimamente cambiato. Chi può dirlo? Il punto è che le prime sensazioni, che lentamente si vanno diffondendo, inducono ad un ragionamento. La prima cosa: l’iPhone è una rivoluzione per la telefonia mobile. Punto. Il secondo: l’iPhone piace e va bene. Punto. Il partito di quelli che lo attendevano al varco sparano nella direzione sbagliata. Anche i numeri vanno bene. Ne sono stati attivati 1 al secondo nelle prime 30 ore di commercializzazione, come risulta dai dati di At&T, oppure venduti 2,2 al secondo, vedendo invece i dati di Apple presentati ieri. Insomma, parlare di flop pare un po’ azzardato.
Quarto punto: una domanda più fine e complessa. Cos’è l’iPhone? Il problema non è definirlo in base alle sue caratteristiche attuali, ma sulla base di quelle potenziali. Uno dei punti chiave della telefonia mobile è che gli apparecchi hanno un ciclo di vita molto corto. Non durano anni, come i computer. A parte chi decide di tenere un telefono per cinque-sei anni (cambiando la batteria), in realtà nuove funzioni, processori più potenti e sistemi operativi più raffinati fanno spesso capolino. Anche per l’iPhone attuale varrà la stessa regola? Certamente sì, dato che si attende: 1) un telefono con più memoria degli 8 Gigabyte a disposizione, 2) un telefono Umts, 3) un telefono più piccolo ed economico. Cioè, se volete fare un parallelo, ci si attende che Apple segua esattamente lo stesso modello, la stessa ricetta dell’iPod: 1) apparecchi con più memoria, 2) apparecchi con funzioni nuove come colore, foto e video, 3) apparecchi differenti che coprano fasce di prezzo differenti. Parliamo di iPod di differenti generazioni, iPod nano, iPod shuffle, iPod video etc.
C’è una differenza con l’iPod, però, e con gli altri telefoni. Una differenza che fa pensare a che cosa sia in realtà un iPhone. L’apparecchio è un cellulare, certo, che funziona anche dai iPod e da Internet (browser, mail e widget in tasca). Però, a differenza degli iPod e dei cellulari, ha un vero sistema operativo. Questo vuol dire che si possono aggiornare molte funzionalità senza bisogno di cambiare niente dell’hardware.
Questo vuol dire, in altre parole, che per avere un apparecchio con più memoria, con differenti canali di trasmissione e con differenti dimensioni e fasce di prezzo bisognerà ovviamente aspettare che vengano presentati nuovi modelli. Invece, per avere un apparecchio che batta i suoi “avversari” cellulari, basta un aggiornamento software analogo a quelli che Apple da anni regala agli utenti in possesso di una versione del sistema operativo di Cupertino. MacOs X 10.4.1, 10.4.2, 10.4.3 etc etc.
Vediamola in un altro modo ancora: a ottobre esce MacOs X 10.5 Il nuovo sistema operativo per Mac porta con sé una serie di novità che toccano, tra le altre cose, il client di posta elettronica Mail e altre applicazioni di base, oltre a rivoluzionare il modo nel quale il Mac ad esempio si collega ad altri Mac in rete (gli abbonati al servizio .Mac potranno usare l’IP esterno per “trovare” anche il computer di casa, collegandosi dalla villeggiatura o dall’hotel dove stanno preparando un documento e dopo essersi accorti di aver lasciato sulla scrivania sbagliata (quella casalinga e non quella in viaggio) il file che serviva. Cambia in maniera abbastanza radicale anche Spotlight. Ebbene, tutto questo vi fa venire in mente niente?
All’iPhone manca il copia e incolla, manca la possibilità di salvare in bozza un documento che si sta scrivendo oppure di inviare più di una foto scattata dal telefono nel corpo della stessa mail. Il sistema operativo in miniatura, MacOs X, presente sul telefonino però ha tutte le sue funzioni di bordo e la stabilità necessaria a reggere un aggiornamento. Che potrebbe anche arrivare insieme a MacOs X 10.5 E questo potrebbe voler dire risolvere i tre punti problematici indicati prima e introdurre nuove funzionalità come ad esempio un “disk mode” per collegare via cavo Mac e iPhone come se si trattasse di un iPod o di una chiavetta di memoria Usb, cioè come un volume esterno. Chi può dirlo? Potrebbe arrivare anche una vera versione del filesystem di Apple completata da Spolight per iPhone. Ci sono tante cose che potrebbero succedere. E per averle, a differenza di quanto capita con gli acquirenti i Nokia, Motorola, Samsung, Lg e Sony-Ericsson (per tacer degli altri) è invece necessario cambiare apparecchio telefonico.
Capite qual è il punto che qui nelle afose stanze della redazione di Macity abbiamo capito? L’iPhone è un computere. à concettualmente come un portatile molto piccolo e con una sua versione particolare del sistema operativo. Se uno vuole cambiare l’hardware di un portatile – a parte certe operazioni a cuore aperto che per amor di metafora escludiamo dall’esempio – basta che lo cambi. Se uno invece vuole installare la nuova versione del sistema operativo, basta che lo aggiorni. Ecco, in questo l’iPhone è certamente un work in progress come le centinaia di frustranti ed incompleti apparecchi ora e da tempo in commercio. Ma il progresso arriva in maniera semplice e non traumatica. E soprattutto più economica. à una bella differenza, no?