Microsoft è già ampiamente impegnata su più versanti sul cloud computing ma l’intenzione è di accelerare la transizione.
È quanto emerge da una presentazione interna di luglio 2022 intitolata “state of the business”, mostrata nell’ambito dell’udienza per il processo intentato dalla FTC contro Microsoft per l’acquisizione di Activision Blizzard.
Una sorta di Windows per il cloud esiste già, ed è Windows 365, disponibile dall’estate 2021: permette di usare il sistema operativo dal browser, trasmettendo contenuti, app e impostazioni personalizzate a qualsiasi dispositivo (PC, Mac, smartphone, telefono, ecc.) ma è un servizio riservato alle aziende.
Dalla presentazione – riferisce The Verge – si evince che Microsoft intende spingere ulteriormente Windows 11 verso il cloud attingendo all’esperienza di Windows 365. In definitiva, intende offrire “la piena operatività di Windows in streaming con il cloud su qualsiasi dispositivo”. Non è indicato qual è il modello di business, ma è facile immaginare un meccanismo di un abbonamento mensile o annuale.
Un futuro update prevede il Windows 365 Boot, permettendo ai dispositivi di eseguire il log direttamente in istanze cloud PC all’avvio anziché versioni di Windows caricate in locale.
Una versione di Windows nel cloud consentirebbe anche a computer economici di avere accesso a tutte le funzioni del sistema operativo, sulla falsariga di quanto possibile con GeForce Now e altri servizi di cloud gaming che permettono di trasformare qualsiasi dispositivo in potente PC da gaming, sfruttando lato server schede video ad alte prestazioni e configurazioni di alto livello, grazie allo streaming.
In una diversa sezione della prestazione si evidenzia la necessità per Microsoft di sottolineare il valore commerciale di Windows, rispondendo alla minaccia dei Chromebook spingendo Windows 365 Cloud PC.
Oltre ai vantaggi di un sistema operativo sul cloud (disponibilità in qualunque momento e da qualunque browser e dalla potenza del client), un sistema operativo completo sul cloud presenta anche svantaggi come ad esempio i costi da pagare mensilmente ma anche la necessità di operare su computer che non sono nostri ma di un’azienda: non tutti vogliono o possono permettersi di conservare i propri dati su hardware e software che non è di nostra proprietà e chi può farlo preferisce tipicamente fare affidamento a soluzioni cloud private.