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Con Windows 10 Microsoft spingerà le aziende sempre più sul cloud

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Windows 10 potrebbe trasformare Microsoft da venditore di software che usa il modello di licensing tradizionale, ad azienda che vende soluzioni cloud. Lo spiega ZDNet, evidenziando che con l’arrivo del nuovo sistema operativo i cicli di aggiornamento saranno stabili e regolari: non vedremo Windows 11, 12 e 13 ma una piattaforma che si evolverà nel corso del tempo, un meccanismo che, in teoria, dovrebbe semplificare il meccanismo di aggiornamento da parte degli utenti enterprise.

Terry Myerson, Executive Vice President, Operating Systems Group di Microsoft ha definito Windows 10 “la miglior versione del nostro sistema operativo mai creata per i nostri clienti aziendali”, evidenziando quanto l’azienda punti su questo settore.

Microsoft da tempo sta diventando sempre più un’azienda orientata sul cloud, con Azure e Office 365 distribuiti come servizi e app enterprise. Per gli utenti consumer di Windows 10 sono previsti aggiornamenti mensili e abbonamenti sulla falsariga dell’offerta Office 365, update che gli utenti business potranno scegliere autonomamente se attivare o no. Agli utenti aziendali saranno probabilmente proposti aggiornamenti trimestrali o semestrali. Il modello di riferimento è quello dei vendor di applicazioni SaaS (Software as a Service), specificatamente pensato per le PM: questo prevede precise regole per la loro distribuzione, con aggiornamenti specifici due volte l’anno per funzionalità non precedentemente previste e offrendo sempre la possibilità di decidere se attivare o no determinate funzioni. Le imprese pagheranno, in ultima analisi, Windows in base agli utenti usando il modello di vendita in abbonamento. Secondo la Casa di Redmond “il sistema sarà utilizzabile sulla più ampia gamma di dispositivi di sempre, da quelli frutto dell’Internet of Things ai datacenter aziendali presenti in tutto il mondo”.

Nella presentazione di Windows 10, Microsoft ha spiegato che gestione e implementazione sono stati semplificati per aiutare a ridurre i costi, compresi aggiornamenti in-place da Windows 7 o 8 pensati per sorpassare gli scenari che impongono di cancellare e reistallare il sistema operativo. Le aziende disporranno della flessibilità di “scegliere quanto rapidamente adottare le ultime innovazioni, nonché la capacità di influenzare i cambiamenti attraverso i loro feedback”.

Tornando al cloud, sembra di capire che Microsoft spingerà sempre più gli utenti su questo fronte. In questo settore ha decine di concorrenti, l’ha capito in ritardo ma sa bene che perdere questo treno, potrebbe essere in futuro un enorme problema: già nel 1995 Ben Slivka, un ingegnere della casa di Redmond, preparò un memo interno per i suoi superiori intitolato “The Web is the Next Platform” spiegando la necessità di cominciare a sviluppare applicazioni che girassero online per scongiurare il pericolo di perdere quote di mercato e clienti.

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