Paolo Landi, Segretario Generale di Adiconsum, ne è convinto: «L’accordo interministeriale che rende la tecnologia wi-max una realtà anche in Italia è motivo di grande soddisfazione per tutti i consumatori». Ma lancia allo stesso tempo un monito perché non accada ciò che – anche secondo Anti Digital Divide – è già successo per UMTS: «Però chi, per pure ragioni di business, sottraendosi ai doveri che una situazione di “monopolio de facto” comportava, si è sino ad oggi rifiutato di portare a compimento la copertura del territorio, non deve vedere premiata una politica sorda alle esigenze dei cittadini».
La convinzione di ADD è che se il Ministero vorrà indire delle Aste per l’assegnazione delle licenze dovrà procedere in modo sostanzialmente diverso da come operò in occasione delle licenze UMTS che finirono per “chiudere” il sistema consegnandolo nelle mani dei soliti noti al tempo stesso danneggiando l’utente finale che pagò i costi dell’intera operazione.
Adiconsum chiede quindi che la gestione dei servizi di connessione «sia affidata dagli enti locali a chi può garantire infrastrutture e servizi che realizzino l’obiettivo di una banda larga “equa e solidale” a chi sino ad oggi, è rimasto escluso da questa rivoluzione tecnologica e culturale».
Ricordiamo che WiMAX rispetto a Wi-Fi risulta sia più veloce che di maggiore portata. Il suo potenziale è tale da consentire di allargare a molti milioni gli accessi ad Internet senza fili, con costi decisamente contenuti che garantiscono la penetrazione della Rete anche nei territori agricoli, finora esclusi. Per intenderci, la copertura senza fili di WiMAX si misura in km*, mentre la copertura Wi-Fi viene misurata in m*.
[A cura di Fabio Bertoglio]