Già disponibili da tempo in Facebook e Instagram, gli espressivi avatar di Meta ora sono disponibili anche in WhatsApp per personalizzare e rendere più colorati e divertenti chat e messaggi, oltre che l’immagine del profilo utente.
La versione digitale dell’utente può essere creata sfruttando miliardi di combinazioni per acconciature, tratti del viso e outfit. All’interno di WhatsApp gli avatar possono essere utilizzati come un modo veloce e divertente per condividere emozioni e stati d’animo con familiari e amici. Meta aggiunge che l’impiego degli avatar può anche tornare utile per mostrarsi agli altri senza usare fotografie reali, assicurando una privacy maggiore.
Oltre all’impiego degli avatar come immagine profilo, l’utente può anche scegliere uno dei 36 adesivi personalizzati che rappresentano diverse azioni ed emozioni. La multinazionale dei social guidata da Mark Zuckerberg dichiara che continuerà a offrire miglioramenti di stile, tra cui luci, ombreggiature, texture per capelli e altro ancora che nel tempo renderanno gli avatar sempre più realistici.
La disponibilità è per tutti gli utenti in tutto il mondo. Per verificare se gli avatar sono già disponibili nell’app WhatsApp sul proprio iPhone o Android occorre entrare in Impostazioni e verificare la presenza del menu dedicato agli avatar sotto all’immagine del profilo utente.
ll processo di personalizzazione degli degli avatar in WhatsApp risulta simile a quello delle Memoji di Apple, tranne per il fatto che queste ultime includono solo viso e busto dell’utente, mentre gli avatar di Meta sono anche dotati di corpo e gambe. La rappresentazione più completa torna utile per personalizzare l’aspetto e anche gli abiti aggiuntivi. La figura completa in stile cartoon colorato potrebbe essere simile a quello che vedremo nel Metaverso immaginato e sperato di Zuckerberg.
A fine novembre WhatsApp ha annunciato l’arrivo della funzione di invio di messaggi a sé stessi, utile per appunti, note e promemoria. Sempre negli scorsi giorni Zuckerberg è tornato a scagliarsi contro Apple accusando Cupertino di conflitto di interessi per App Store.