WhatsApp (di proprietà Facebook) sta protestando contro il requisito imposto da Apple per la pubblicazione in App Store, che impone agli sviluppatori di inviare informazioni sui dati utente che gli sviluppatori raccolgono tramite le proprie app, così da creare nuove etichette sulla privacy in App Store.
WhatsApp, di proprietà di Facebook, ha accusato Apple di comportamento anticoncorrenziale perché iMessage è preinstallato su iPhone e non necessita di essere scaricato dall’App Store, dove verranno mostrate le nuove etichette sulla privacy.
Riteniamo che le etichette dovrebbero essere coerenti tra le app di prime e di terze parti, oltre a riflettere le forti misure che le app possono adottare per proteggere le informazioni private delle persone. Sebbene fornire alle persone informazioni di facile lettura sia un buon inizio, riteniamo che sia importante che le persone possano confrontare queste etichette “nutrizionali per la privacy” con quelle delle app preinstallate, come iMessage
In altri termini, WhatsApp non è contraria alle etichette in quanto tali, ma è contraria nella misura in cui le applicazioni prime parti pre installate non vengano “etichettate” sullo store alla stessa maniera. Non solo.
Apple ha cercato di semplificare le etichette sulla privacy in termini generali come “informazioni finanziarie” o “contenuto utente” per descrivere il tipo di dati raccolti dalle app. WhatsApp afferma che questi termini possono preoccupare gli utenti dei dati raccolti da WhatsApp, conferendogli uno svantaggio competitivo.
WhatsApp ha inviato le informazioni richieste ad Apple lunedì, ma ha affermato in un post sul blog che il modello di Apple non fa luce sulle misure che le app possono intraprendere per proteggere le informazioni sensibili. Il portavoce della piattaforma ha dichiarato ad Axios che sebbene WhatsApp non possa vedere i messaggi delle persone o la posizione precisa dell’utente, è obbligata ad utilizzare le stesse etichette delle app che lo fanno.
Le “etichette nutrizionali” sulla privacy di Apple fanno parte di un più ampio sforzo per la privacy messo in atto dopo l’aggiornamento di iOS 14 a settembre. I vari aggiornamenti, come i limiti al tracciamento delle app, hanno attirato importanti critiche da parte di Facebook e vi è un significativo divario di pensiero tra le società.
Il termine ultimo per gli sviluppatori per inviare le informazioni sulla privacy richieste sulle loro app è scaduto ieri. Non si sa esattamente quando le etichette sulla privacy inizieranno a comparire in App Store, ma è facile che possano apparire presto, considerando che gli sviluppatori, almeno in teoria, hanno già inviato le informazioni richieste ad Apple.
Recentemente Craig Federighi di Apple ha illustrato l’importanza della privacy degli utenti per Apple, invitando i concorrenti a imitare e copiare le policy di privacy di Cupertino. Tutti gli articoli di macitynet che parlano di WhatsApp e Facebook sono disponibili dai rispettivi collegamenti.