Ve la ricordate la promessa che fece WhatsApp subito dopo essere stata comprata da Facebook? Bene, non è stata mantenuta. O meglio, è durata soltanto pochi anni, perché le cose stanno cambiando già oggi. Ma per capire cosa succede, dobbiamo fare un salto indietro, per la precisione al 20 febbraio 2014.
Quel giorno Facebook investì 19 miliardi di dollari in quello che poi negli anni si è rivelato un acquisto più che oculato: comprando WhatsApp mise subito le mani su 450 milioni di account, che nel giro di sei anni sono diventati più di due miliardi. Ma prima che gli utenti potessero insorgere, i fondatori dell’app, che venivano assorbiti nel consiglio di amministrazione di Facebook, chiarirono subito cosa significava questa fusione, soprattutto dal punto di vista della privacy degli utenti.
«Sono circolate anche un sacco di informazioni inesatte su ciò che la nostra futura collaborazione significherà per i dati e la privacy degli utenti WhatsApp. Voglio dire come stanno le cose» scriveva Whatsapp in un post sul blog il 17 marzo 2014 «Il rispetto della vostra privacy è codificata nel nostro DNA, e abbiamo costruito WhatsApp intorno all’obiettivo di conoscere il meno possibile su di voi […] Se la collaborazione con Facebook avesse voluto significare un cambiamento nei nostri valori, non l’avremmo fatta. Invece, stiamo formando una collaborazione che ci permetta di continuare a operare in modo indipendente e autonomo. I nostri valori e il nostro credo non cambieranno. I nostri principi non cambieranno».
Insomma, una vera e propria promessa con cui si assicurava agli utenti che i loro dati sarebbero rimasti privati e non sarebbero stati condivisi con Facebook, che durò però soltanto due anni. Già a gennaio 2016 ci fu una prima inversione di marcia, con WhatsApp che cominciò a condividere i dati con Facebook come impostazione predefinita. «Ci coordineremo con Facebook per essere in grado di fare cose come tenere traccia delle metriche di base relative alla frequenza con cui le persone utilizzano i nostri servizi con l’obiettivo di combattere al meglio lo spam su WhatsApp. Collegando il vostro numero di telefono ai sistemi di Facebook, quest’ultima sarà in grado di offrire suggerimenti migliori per quanto riguarda le nuove amicizie e mostrare annunci personalizzati qualora abbiate un account sul social network».
Questa funzione, sebbene fosse attiva come impostazione predefinita, poteva essere disattivata manualmente dagli utenti. «Puoi comunque scegliere di non condividere le informazioni del tuo account di WhatsApp con Facebook: gli utenti che accettano i nostri Termini e l’Informativa sulla privacy appena aggiornata avranno 30 giorni di tempo per effettuare la propria scelta attraverso il pannello Impostazioni > Account». Questo passo falso già all’epoca non piacque al fondatore di WhatsApp che, nel 2018, prima invitò tutti gli utenti a cancellarsi da Facebook e poi, dopo due mesi di pressioni, abbandonò Facebook.
Ora, quel che sta cambiando oggi, sta proprio in questa opzione che, come notato da XDA-Developers, sarà rimossa, impedendo così agli utenti di disattivarla manualmente. «Gli utenti di Whatsapp riceveranno oggi un avviso nell’app riguardante i nuovi Termini e l’Informativa sulla privacy del servizio. L’avviso, come si legge nello screenshot allegato, parla di tre aggiornamenti chiave che influenzano il modo in cui WhatsApp elabora i dati dell’utente, come le aziende possono utilizzare i servizi ospitati da Facebook per archiviare e gestire le chat di WhatsApp e come quest’ultima collaborerà con Facebook per offrire una integrazione più profonda tra tutti i prodotti di Facebook. L’avviso spiega anche che queste modifiche entreranno in vigore l’8 febbraio e gli utenti non avranno altra scelta se non quella di accettare le modifiche (se desiderano continuare ad utilizzare WhatsApp)».
I dati raccolti non saranno usati solo per combattere lo spam, ma verranno anche venduti alle aziende pubblicitarie per consentire loro di mostrare annunci personalizzati. E’ scritto chiaramente: serviranno per «Migliorare i loro servizi e le esperienze dell’utente quando li utilizza, ad esempio fornendo suggerimenti all’utente (ad esempio, suggerimenti di amici o gruppi con cui collegarsi oppure di contenuti interessanti), personalizzando funzioni e contenuti, aiutando a completare acquisti e transazioni e mostrando offerte e annunci rilevanti all’interno dei prodotti delle aziende di Facebook».
La nota positiva è che, visto che utilizza la crittografia end-to-end per tutti i messaggi di testo, audio e video, WhatsApp non può effettivamente vedere o usare il contenuto dei messaggi e delle chiamate per questi scopi, anche se c’è chi ritiene che l’app nonostante questo non sarà mai sicura del tutto. Va inoltre detto che per il momento questo cambiamento non si applica per gli utenti europei per via della normativa sulla privacy attualmente vigente, meglio nota con la sigla GDPR. Non è comunque una bella pubblicità, specialmente alla luce di quanto emerso pochi giorni fa dal confronto sulle etichette per la privacy di quattro tra le app di messaggistica più utilizzate al momento.
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