Anche Whatsapp e Messenger (entrambi di Meta) rispettano il Digital Markets Act DMA, il regolamento introdotto dall’UE per proteggere la privacy degli utenti, promuovere la trasparenza online e scongiurare eventuali abusi di posizione dominante da parte dei Big Tech.
Nel caso delle chat, la nuova normativa prevede che consentano «l’interoperabilità con altri servizi entro tre mesi dalla ricezione di una richiesta». Secondo quanto recentemente spiegato da Meta, sia Whatsapp che Facebook Messenger sono in grado di offrire la crittografia end-to-end (E2EE), anche se ritiene che attivarlo completamente per tutti potrebbe richiedere più tempo rispetto a quanto indicato dall’UE.
I requisiti imposti puntano inizialmente alla protezione end-to-end nelle chat individuali e nella condivisione dei file come immagini, video e messaggi vocali «entro il primo anno» dall’entrata in vigore del regolamento in Europa (giovedì 7 marzo 2024, ndr) mentre più avanti dovrà essere estesa anche alle chat e alle chiamate di gruppo.
Secondo quanto indicato da Meta, le società terze dovranno firmare un accordo per poter implementare Messenger e WhatsApp nei propri servizi. Tra i requisiti imposti c’è l’utilizzo del protocollo Signal di WhatsApp per la crittografia, anche se – dicono – c’è la possibilità di accettarne anche degli altri, purché soddisfino gli stessi standard di sicurezza.
La promessa è che le chat E2EE siano sicure indipendentemente dal fatto che l’altro provider usi Signal oppure no. Tuttavia Meta non garantisce che le app che ricevono i messaggi da utenti WhatsApp e Messenger non facciano comunque “altro” che possa trasgredire le leggi.
Dato il lancio odierno del DMA in Europa, l’argomento è piuttosto caldo e già carico di scontri e polemiche. Apple ad esempio ha bloccato di nuovo l’account di Epic Games perché «inaffidabili», e sta facendo dietrofront con le webapp su iOS 17.4.
Inoltre sono già partite le accuse di Spotify ed Epic proprio contro Apple perché «non rispetterebbe il DMA». Le novità più importanti riguardano comunque gli App Store alternativi, che ora diventano una realtà possibile anche su iPhone e iPad. Quello di Setapp dovrebbe essere tra i primi, e anche qui non mancano le polemiche, in questo caso di Meta e Microsoft, secondo cui l’Europa dovrebbe rifiutare le regole imposte da Apple.