L’azienda italiana Bending Spoons continua a fare shopping: dopo aver acquisito Evernote, StreamYard e il social MeetUp, ha anche comprato WeTransfer, apprezzato servizio per il trasferimento di file su Internet, l’azienda che si è fatta notare per il file-sharing e l’omonima piattaforma di collaborazione, fondata ad Amsterdam nel 2009.
L’azienda milanese (tra le altre cose, nota per l’app Immunj) a quanto pare ha investito 700 milioni di euro, ed è sempre più protagonista tra le principali realtà digitali europee.
Alexandar Vassile, CEO di WeTransfer, ha dichiarato: “Nell’ultimo decennio, WeTransfer è cresciuta trasformandosi da semplice strumento per il file-sharing in una piattaforma altamente redditizia e d’impatto, scelta da milioni di professionisti della creatività e creator. Negli ultimi anni, l’attività ha registrato una crescita accelerata, alimentata dallo sviluppo strategico del prodotto che ha permesso di ottenere una piattaforma al servizio di oltre 600.000 abbonati e con 80 milioni di utenti attivi al mese”. Parlando dell’acquisizione da parte di Bending Spoon, secondo Vassilev prodotti e strumenti di quest’ultima sono al servizio della creatività e permetteranno alle due aziende di completarsi a vicenda, incrementando la crescita e creare ulteriore valore aggiunto per l’industria creativa in generale.
Luca Ferrari, CEO e co-fondatore di Bending Spoons, ha dichiarato: “WeTransfer è un nome di riferimento nell’ambito tecnologico e creativo. Siamo entusiasti di diventare i nuovi proprietari, e sentiamo un forte senso di responsabilità nell’aiutare il brand e far prosperare l’impresa nei diversi anni a venire.
Sempre Ferrari, al Corriere della Sera ha dichiarato che l’azienda da lui guidata si è fatta in quattro per prenderla: “Ha un brand forte, un prodotto di grande qualità e 600 mila abbonati fedeli. Gestisce 2 miliardi di file condivisi da 80 milioni di persone ogni mese: è una base eccellente sulla quale costruire un piano ambizioso per il futuro”.
Per quanto riguarda piani per il futuro, il CEO di Bending Spoons non si sbilancia troppo ma afferma che “c’è ancora margine per fare un salto di qualità”. E ancora: “Già oggi ci sono un paio di Spooner, ci chiamiamo così fra di noi in azienda, ad Amsterdam per iniziare a seguire il progetto e molti altri si recheranno là la prossima settimana. Siamo alla ricerca di opportunità per migliorare tecnologia, esperienza e monetizzazione e ne troveremo diverse. E poi ci aspettiamo di riuscire a migliorare la produttività dell’organizzazione”.