Non serve aggiornare a watchOS 2 per installare le applicazioni native su Apple Watch. Lo ha dimostrato Steve Troughton-Smith, sviluppatore di cui ci troviamo a parlare spesso in questi ultimi giorni proprio per i diversi hack all’orologio della Mela e per le anticipazioni sulle novità della società nascoste nel codice di iOS 9, che sembra essere riuscito ad installare ed avviare queste app sulla prima versione del sistema operativo di Apple Watch.
Come dimostrato dal video, in calce all’articolo, non si tratta di una installazione prevista dal sistema: c’è infatti bisogno di maneggiare con il codice di watchOS. Lo sviluppatore aggiunge inoltre che è sufficiente utilizzare il framework PepperUICore per costruire app che funzionano come quelle di sistema, potendo gestire appieno le varie funzioni, sensori e controlli inclusi, associandone di nuove ad esempio allo scroll attraverso la Corona Digitale.
Non è comunque il primo hack per watchOS 1: ricordiamo infatti che, qualche settimana fa, il noto hacker Comex era riuscito ad installare un browser sull’orologio. Forte interesse quello che gira intorno alla possibilità di realizzare applicazioni native per Apple Watch, una novità che sarà introdotta in autunno con watchOS 2. Il motivo principale risiederebbe proprio nella velocità di funzionamento delle applicazioni, che non necessiterebbero più di una connessione Bluetooth con l’iPhone per poter funzionare.
Video proof just in case! pic.twitter.com/fdrDeIm4Oi
— Steve T-S (@stroughtonsmith) 18 Giugno 2015