Warren Buffett, l’uomo noto come “l’Oracolo di Omaha”, a capo della Berkshire Hathaway, in una lettere agli azionisti scritta poche ore al termine di una giornata nera per la sua conglomerata (venerdì ha perso 4 miliardi di dollari), ha riferito che continuerà la sua speranza di acquisire un “elefante'”, riferendosi in altre parole ad una possibile grande operazione finanziaria. A momento non è ad ogni modo ottimista perché ”I prezzi sono troppo alti per operazioni importanti a lungo termine”.
In una intervista con CNBC, Buffett ha dichiarato che è improbabile che comprerà azioni Apple ma ne vorrebbe altre ancora se costassero di meno. Le azioni Apple nel momento in qui scriviamo sono quotate 174,99$ e il titolo da tempo sta soffrendo, colpa anche del raro taglio delle stime sui ricavi del primo trimestre fiscale, quello terminato il 29 dicembre scorso.
Apple è stata la prima azienda a superare i mille miliardi di capitalizzazione ma, complice anche le difficoltà nelle relazioni USA-Cina, ,molti analisti hanno tagliato i rispettivi obiettivi di prezzo del titolo AAPL, in particolare dopo la lettera di Tim Cook agli investitori con la quale, per la prima volta, è stata rivista la guidance per il primo trimestre dell’anno fiscale, evidenziano debolezze nei mercati emergenti, con l’economia cinese e minori entrate legate alle vendite di iPhone (soprattutto in Cina) e altri fattori macroeconomici come l’aumento dei prezzi dovuto alla maggiore forza del dollaro.
La Berkshire Hathaway di Buffet possiede 249 milioni di azioni Apple, acquistate ad un prezzo medio di 149$ cadauna. Nonostante non sia un ottimo periodo, Buffett ha detto che ne comprerebbe ancora, se costassero meno. Non ha intenzione di vendere. Più scendono, più a lui piacciono, logica di un investitore che ragiona a lungo termine in grado di fiutare quelle che (secondo lui) sono aziende con un forte potenziale e con azioni a prezzi bassi (secondo il mercato). Certo, lui è “l’oracolo” e può permettersi di perdere anche ingenti investimenti; ma il dilemma tra la speranza di guadagnare e il timore di perdere, fa parte del “gioco” dei grandi speculatori.