C’è aria di una nuova fusione nel mondo della musica digitale. Dopo quella (andata a buon fine) tra Sony e BMG e quella (per ora respinta da una tribunale europeo) tra Sony e Bertelsmann, a mettersi insieme questa volta potrebbero essere Warner ed Emi.
A confermare le voci in circolazione da qualche settimana ma che fino ad oggi non erano mai state commentate ufficialmente è stata Emi. La casa discografica, pur senza fare alcun commento, ha fatto infatti sapere di essere stata avvicinata da Warner allo scopo di valutare le prospettive di una incorporazione dei rispettivi cataloghi musicali ed assetti societari.
Secondo alcuni osservatori la mossa sarebbe dettata dalla prospettiva di caduta dell bando disposto dall’Europa alla fusione tra Sony BMG e Bertelsmann quanto il primo marzo verrà di nuovo presa in esame. Già lo scorso anno, proprio a fronte dell’ostilità che avrebbero probabilmente incontrato presso le autorità del vecchio continente, Warner ed Emi avevano abbandonato la prospettiva di fusione.
L’unione delle forze permetterebbe alle due società di affrontare con strumenti di mercato più adeguati un sistema, quello della discografia e della musica in generale, che sta mostrando più di un segno di debolezza. Sarebbe in particolare Emi, la più fragile delle due parti in causa, ad avere dei benefici. Durante gli ultimi mesi la casa discografica britannica ha segnalato agli investitori in due occasioni profitti al di sotto delle previsioni. Tra i fattori che stanno determinando le difficoltà , oltre ad una evoluzione del comparto che perde fatturato, la mancanza di presa sul mercato americano (il più importante al mondo) e un catalogo che nel corso degli ultimi anni ha perso smalto.
Una eventuale fusione tra Emi e Warner, affare da 4,6 miliardi di dollari e che produrrebbe un colosso che controllerebbe il 25% della musica al mondo, secondo solo a Universal, dovrebbe essere analizzata accuratamente, in vista delle strategie future, anche in casa Apple. Emi, infatti, detiene i diritti per le canzoni dei Beatles, l’unico grande gruppo musicale a non avere mai commercializzato canzoni in forma digitale e che Cupertino vorrebbe portare su iTunes. In secondo luogo se Warner sembra essere la più ostile delle case discografiche alla prospettiva lanciata da Jobs di eliminazione dei sistemi Drm, Emi è oggi la più favorevole, tanto da avere in programma una progressiva protezione della sua musica.