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Warner Music: per la prima volta più soldi dallo streaming che dalle vendite

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Lo streaming pare essere al punto di svolta: nell’ultimo trimestre la Warner Music Group – società statunitense che rappresenta una delle tre più grandi etichette discografiche nell’industria musicale (le altre due sono Universal Music Group e Sony Music) – ha guadagnato di più attraverso i servizi di streaming musicale piuttosto che con il download di album e singoli brani. Lo ha rivelato il CEO della società Stephen Cooper spiegando agli investitori che nel Q2 il fatturato è aumentato del 33% grazie ad aziende quali Spotify e YouTube, mentre da chi vende musica in download, come iTunes, i ricavi sono cresciuti soltanto del 7%.

Durante la presentazione dei risultati finanziari del secondo trimestre della sua società, Cooper ha fatto notare che la crescita dello streaming musicale rende «abbondantemente chiaro» il fatto che in futuro «lo streaming sarà il modo con cui la maggior parte delle persone ascolterà la musica». Apple, dal canto suo, ha provato sulla sua pelle ciò che si legge su Recode. Negli ultimi anni le vendite di musica digitale sono infatti scese del 5,7% nel 2013 e del 13% nel 2014, motivo per cui la società potrebbe essere stata stimolata ad acquistare Beats Music e decidere di entrare in un mercato già abbondantemente avviato.

L’iTunes Radio rinnovato di cui si parla ormai da mesi – il cui annuncio e probabile lancio dovrebbe avvenire durante la WWDC 2015 di giugno – e il servizio di musica “on demand” con compilations e raccolte, sembra ormai una strada obbligata se Apple non vuole passare dal dominio nella musica digitale ad una faticosa rincorsa. Secondo le indiscrezioni sarà simile al servizio Beats Music attualmente esistente, ma si focalizzerà maggiormente su contenuti esclusivi e su una profonda integrazione con iTunes e l’app Musica di iOS. Dovrebbe essere disponibile unicamente al prezzo di 9,99 dollari al mese, senza quindi possibilità di ascoltare musica gratuitamente, anche se Apple dovrebbe comunque offrire lunghi periodi di test gratuito per permettere ai clienti di provare a fondo il servizio e cercare di convincerli ad acquistare poi l’abbonamento. iTunes Radio, da quanto si comprende, non dovrebbe essere cancellato, ma restare come offerta collaterale ed espandarsi a vari paesi del mondo, forse già entro fine giugno.

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