“Il CD è comodo… ma la qualità e il calore del vinile non si batte…” quante volte avrete sentito dire una frese identica o simile a questa, soprattutto dai più nostalgici? probabilmente decine di volte. Ma davvero la musica analogia è più fedele e migliore di quella digitale? Secondo un recente ed interessante articolo pubblicato da Vox si tratta di un falso mito; non per niente l’articolo si intitola “Il vinile è ottimo ma non è migliore del CD”. L’articolo elenca prima di tutti i difetti del vinile, ossia la ridotta gamma dinamica sonora insita nei limiti fisici del formato, che costringono spessi i produttori a “tagliare” gli estremi della gamma dinamica sonora, per evitare distorsioni.
Inoltre è vero che il CD, trattaandosi di un segnale digitale, non è in grado di riprodurre l’intera gamma audio, ma questo varrebbe anche per il vinile, anch’esso soggetto ad errori rispetto al master originale. In quanto poi alle limitazioni del CD, si tratta di limitazioni più teoriche che pratiche: nel corso del tempo le tecnologie digitali sono migliorate, ma diversi esperimenti hanno mostrato l’incapacità dell’orecchio umano di cogliere le frequenze sonore che la digitalizzazione deve spesso sacrificare.
Un ulteriore esperimento ha poi mostrato che tendenzialmente le persone, messe di fronte a tracce audio digitali ed analogiche senza indizi di sorta, non sono in grado di distinguere fra le due tecniche di registrazione, anzi: mostrano una preferenza per la musica digitale. Infine, il tanto decantato “calore” della musica su vinile deriverebbe deriva dalla difficoltà dei vinili e a riprodurre le tonalità più basse e sarebbe quindi il frutto di una contaminazione del suono e non, come si pensa, di una maggior fedeltà dello stesso.
In conclusione? ovviamente non c’è nulla di male nel preferire il caro vecchio vinile, ma non sarebbe però corretto considerare la musica analogica più fedele della musica digitale.