L’annuncio degli sviluppi in campo Intelligenza Artificiale AI e sicurezza delle auto Volvo arriva in contemporanea con un richiamo di oltre 70.000 auto ibride del marchio. Un difetto di produzione potrebbe causare il surriscaldamento di alcune batterie che potenzialmente potrebbero prendere fuoco durante la fase di ricarica. Non si sono mai verificati incendi.
In Italia il richiamo interessa circa 700 ibride plug-in, alcuni modelli di S60, V60, XC60, S90, V90 e XC90 prodotte tra il 2020 e il 2022, come segnala Repubblica. I proprietari sono già stati informati.
La seconda comunicazione del marchio riguarda invece l’impiego di tecnologie avanzate. Volvo Cars sta utilizzando mondi virtuali generati dall’Intelligenza Artificiale per ottimizzare lo sviluppo del suo software per la sicurezza, come ad esempio quello dei sistemi di assistenza alla guida (ADAS), con l’obiettivo di realizzare automobili ancora più sicure.
“Ora siamo in grado di effettuare una sintesi dei dati sugli incidenti rilevati dai sensori avanzati delle nostre nuove auto, ad esempio in caso di frenata d’emergenza, sterzata brusca o intervento manuale”, spiega il produttore. “Questo ci permette di esaminare, ricostruire e approfondire tali dati secondo nuove modalità, per capire meglio come evitare gli incidenti”.
Ciò è reso possibile da una tecnica di calcolo avanzata chiamata ‘splatting gaussiano’, in grado di generare un’ampia gamma di scenari e soggetti 3D realistici e ad alta fedeltà a partire da immagini del mondo reale. L’ambiente virtuale può essere modificato, ad esempio, aggiungendo o eliminando utenti della strada e variando il comportamento del traffico o degli ostacoli, per ottenere risultati diversi.
«Tale tecnica ci permette di esporre il nostro software per la sicurezza a tutti i tipi di situazioni di traffico, con una velocità e un’ampiezza di opzioni mai viste prima», spiega ancora Volvo. «Ora siamo in grado di sviluppare un software che funzioni efficacemente anche in “casi limite” complessi, rari ma potenzialmente pericolosi, nonché di ridurre il tempo di esposizione del software ai casi limite, passando da mesi a giorni».

“Disponiamo già di milioni di dati relativi a situazioni che non si sono mai verificate e che utilizziamo per sviluppare il nostro software”, spiega Alwin Bakkenes, Head of Global Software Engineering di Volvo Cars.
“Grazie allo splatting gaussiano riusciamo a selezionare uno di questi rari casi particolari e ad espanderlo, creando migliaia di nuove varianti dello scenario in base alle quali addestrare e convalidare i nostri modelli. Questo ci offre la possibilità di sviluppare una quantità di modelli mai raggiunta prima e persino di individuare i casi limite prima che si verifichino nel mondo reale”.
Volvo Cars affianca gli ambienti virtuali ai test in condizioni reali per effettuare l’addestramento, lo sviluppo e la convalida del software, affermando che sono “sicuri, scalabili ed efficienti in termini di costi”. Gli ambienti virtuali sono sviluppati internamente in collaborazione con Zenseact, un’azienda di AI e software fondata da Volvo Cars.

Questo progetto fa parte di un programma di dottorato riservato alle migliori università svedesi e volto a valutare se le tecniche di rendering neurale potranno essere integrate nelle future attività in materia di sicurezza. Lo studio è sponsorizzato dal Wallenberg AI, Autonomous Systems and Software Program (WASP).
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