Lo scorso 14 novembre è stato approvato l’emendamento proposto dal Pd alla prossima legge Fisco, che prevede finalmente il ritorno della fatturazione delle bollette ai classici 30 giorni (o comunque fatturazione mensile), imposta a “imprese telefoniche, televisive e per servizi di comunicazione elettronica”. Saranno quindi coinvolti tutti gli operatori telefonici, fra cui TIM, Vodafone e Wind, oltre anche a Sky.
Sono invece esclusi dall’emendamento le aziende che offrono servizi di luce e gas, in quanto in questo caso “i costi sono vincolati ai consumi”, ha puntualizzato il relatore del Dl, Silvio Lai (Pd). I vari operatori coinvolti avranno “120 giorni per adeguarsi” e tornare ad emettere fattura mensilmente.
“Era importante che si ponesse fine a una vicenda che sta molto a cuore ai cittadini” ha commentato sempre Lai dopo l’approvazione. “I fornitori di servizi dovranno inoltre garantire informazioni chiare e trasparenti sulle diverse offerte e l’Autorità del settore, con la sua vigilanza, assicurerà che gli utenti possano fare scelte informate”.
Sono previsti anche indennizzi per gli utenti e sanzioni per chi non rispetterà quanto stabilito in Parlamento: l’emendamento prevede un indennizzo di 50 euro per gli utenti nel caso di una “variazione dello standard minimo” rispetto alla scadenza mensile da parte dell’operatore del caso. Questa somma sarà maggiorata di un euro per ogni giorno di fatturazione illegittima.
L’Agcom inoltre dovrà vigilare sull’applicazione della norma, indicando agli operatori i termini per rientrare negli standard minimi, oltre i quali scatteranno le sanzioni, che partono da un minimo di 240 mila euro a un massimo di 5 milioni di euro.
Inoltre i fornitori di servizi internet dovranno essere più trasparenti: nel caso di offerte in fibra ottica, saranno obbligati a segnalare se la fibra arriva a casa (Ftth) e all’armadio stradale (Fttc). Nal caso di Fttc non sarà più legittimo usare la parola “fibra” nelle offerte per gli utenti.