Da oggi, chiunque richieda il visto per gli Stati Uniti dovrà condividere i propri dati dei social media, almeno quelli inerenti agli ultimi cinque anni. La proposta era stata già avanzata a marzo 2018, e ancor prima nel 2016, mentre adesso arriva la svolta: il governo obbliga praticamente tutti i richiedenti il visto di fornire i nomi e le informazioni sui propri account social media.
Il mandato copre solo un elenco di servizi selezionati, anche se i potenziali visitatori e i residenti potranno volontariamente fornire informazioni di altri social che non sono menzionati dal governo.
I candidati devono inoltre fornire precedenti indirizzi email e numeri di telefono, insieme ad altri dati riguardanti eventuali coinvolgimento della famiglia nel terrorismo. Alcuni diplomatici e funzionari saranno esenti da questi requisiti.
Gli Stati Uniti avevano in precedenza richiesto questi dettagli solo a persone che visitavano le zone terroristiche controllate. L’estensione, adesso, riguarda tutti i visitatori e tutti i residenti, e ha l’unico fine di verificare le identità dei viaggiatori, che potrebbero aver condiviso on-line le proprie ideologie politiche. In questo modo, gli USA sperano di poter evitare stragi come quella di San Bernardino.
La misura interesserà milioni di persone in cerca di visti ogni anno, con un funzionario del Dipartimento degli Stato che ha dichiarato come i candidati al visto affronteranno “gravi conseguenze in materia di immigrazione” se vengono scoperti a mentire.
Ad ogni modo, la nuova politica non è immune da critiche. Già in passato numerosi avvocati, impegnati in materia di immigrazione, hanno additato la procedura come sbagliata: richiedere i dati degli anni precedenti potrebbe causare errori, ed impedire a persone oneste di entrare nel paese.