Quando una opzione software funziona, è probabile che altri la cooptino. E’ ad esempio il caso di Microsoft che, lo scorso anno, aggiunse gli sfondi virtuali all’app Teams dopo che l’aveva fatto Zoom: a seguire ci fu Google che la introdusse agli utenti con profilo Education su Google Meet.
Con l’aumentare della concorrenza, Zoom ha introdotto i filtri in stile Snapchat e un receptionist virtuale, ma dopo aver “insegnato” agli altri qualche cosa è proprio lei a prendere in prestito una funzione da un suo concorrente: si tratta della modalità “Together” di Microsoft Teams che ora finisce dentro Zoom attraverso quella che l’azienda chiama “Immersive View”, ma che fa sostanzialmente la stessa cosa: aggiungere uno sfondo virtuale che fa sembrare a tutti i partecipanti di trovarsi all’interno della stessa stanza.
Questa funzione – spiega Zoom – serve per evocare la sensazione di trovarsi all’interno di un’aula o di una sala riunioni, con tutte le persone in fila come se fossero sedute fianco a fianco nello stesso luogo, mentre in realtà magari si trovano ognuno a diversi chilometri di distanza. Questa nuova opzione potrebbe andare a sostituire il più tradizionale formato “a griglia”, mostrando invece i partecipanti alla videoconferenza uno accanto all’altro con uno sfondo condiviso. Per questa nuova opzione visiva – si legge – si possono utilizzare gli sfondi virtuali proposti da Zoom oppure caricarne di propri.
Come dicevamo la stessa cosa fu proposta la scorsa estate da Microsoft con la modalità “Together” nell’app Teams: in quel caso il lavoro sporco lo faceva l’intelligenza artificiale, andando ad estrapolare l’immagine dei singoli partecipanti e posizionandole poi una a una nello spazio virtuale a disposizione. In quell’occasione Microsoft pubblicizzò questa novità come una sorta di soluzione per superare la fatica di essere collegati in videoconferenza all’alba dell’era in cui il lavoro a distanza stava cominciando ad assumere la posizione di normalità.
Nel caso di Zoom, con la modalità immersiva si possono unire in una sola scena fino a 25 persone mentre il resto dei partecipanti viene mostrato con delle miniature all’interno di una striscia parallela. La posizione degli utenti è decisa da chi ospita la riunione, che può riordinarli e spostarli a proprio piacimento. Per esempio, nel caso di un webinar, i relatori che intervengono alla riunione verrebbero mostrati nell’area principale mentre tutti gli altri ospiti sarebbero relegati alla posizione di “pubblico” attraverso le miniature; oppure a scuola si potrebbe mostrare ciascuno dei ragazzi al proprio banco, spostando il singolo di fronte alla cattedra al momento dell’interrogazione.