Vi siete stupiti di fronte ad EyeSight, una delle tante costose tecnologie di Vision Pro, che permette di mostrare gli occhi di chi indossa il visore Apple e nello stesso tempo permette all’utente di guardare i due schermi interni ad alta risoluzione?
Non dovreste essere troppo sorpresi perché si tratta di una interpretazione moderna della visione stereoscopica, una tecnologia che risale agli anni ’40. L’avete già vista in azione molte volte: con le cartoline che mostrano panorami con effetto di profondità, ad esempio, o in immagini che simulano il movimento a seconda dell’angolo da cui le si guarda.
A scoprire che la funzione più iconica (e criticata nelle prime recensioni) di Vision Pro è basata su di un sistema in uso da 80 anni che crea immagini tridimensionali senza indossare occhiali 3D, è stato iFixIt nel suo primo smontaggio di Vision Pro dal quale emergono dettagli, come questo, fino a ieri inediti.
Disassemblando Vision Pro la prima cosa in cui iFixIt si è imbattuto è stato proprio il particolare assemblato il cui scopo è quello di dare l’impressione di percepire come reali gli occhi della persona che indossa il visore.
In effetti Vision Pro offre a chi sta di fronte all’utilizzatore non solo la semplice rappresentazione degli occhi ma anche un effetto tridimensionale e di profondità.
L’idea di Apple si fonda sulla scomposizione delle immagini che vengono passate ad uno schermo di fronte al quale si trova uno strato lenticolare: ciascuno strato a seconda dell’orientamento mostra una specifica immagine. Questo fa sì che la persona che sta di fronte abbia l’impressione di avere un’immagine in 3D.
Come abbiamo accennato è questo il sistema che avrete tutti visto in azione almeno una volta quando avete maneggiato stampe di immagini che sembrano realizzate in tre dimensioni, oppure quelle con animali e persone che cambiano posizione o si muovono a seconda di come si orientano. Un esempio qui sopra.
L’uso di immagini lenticolari è la ragione per cui tanti tra coloro che hanno sperimentato per primi Vision Pro hanno criticato l’effetto finale. Gli occhi appaiono sgranati, spesso non perfettamente visibili, avvolti da un alone bluastro e cangiante. Niente a che vedere rispetto a quello che ci aveva mostrato Apple nelle varie immagini (come quella qui sotto) che hanno accompagnato l’annuncio del Visore.
Come spiega IFixIt ciascuna immagine che viene sfruttata per il 3D ha infatti una risoluzione orizzontale ridotta per un numero di volte (al momento sconosciuto) pari a quello delle immagini che si usano per creare l’effetto stereoscopico.
Apple poi sfrutta uno schermo per distorcere l’immagine e allargarla fino a toccare i bordi del display e occupare tutta la superficie.
Tutti questi “filtri” e adattamenti, riducono la luminosità e la risoluzione causando una qualità insoddisfacente, come dice anche lo youtuber MKBHD nella sua prova, che si spera possa essere risolta nei prossimi modelli.
L’operazione di smontaggio di iFixIt è andata anche oltre la semplice constatazione della presenza di un sistema lenticolare che è stato solo il primo e non l’unico fattore di interesse.
Oltre alla complicatissima ed intricata serie di elementi avvitati uno all’altro, ad un’infinita serie di connettori, dalle componenti emergono sorprese come dei motorini che aggiustano la posizione dei display a seconda dalla conformazione degli occhi dell’utente.
Si notano anche i processori Apple M2 e R1 che sono collocati dietro ai due schermi che hanno il compito di riprodurre le immagini. Sono montati con altri processori sopra una scheda madre flessibile a contatto una ventola destinata a tenere a temperature accettabili tutto l’assemblato.
Tra gli altri elementi di interesse segnaliamo:
- Vision Pro e la batteria insieme pesano più di un chilo
- La batteria è da 35.9 Whr, il doppio della batteria di iPhone 15 Pro
- La batteria si collega al cavo usando un connettore proprietario
- Gli speaker si staccano usando la spilletta per rimuovere la sim
IFixIt per ora ha pubblicato solo una parte delle sue riflessioni sullo smontaggio di Vision Pro. Altre seguiranno man mano non appena saranno state compiute ulteriori analisi dettagliate sui chip e componenti.
Tim Cook ha paragonato Vision Pro al primo Mac e al primo iPhone, il registra James Cameron ha descritto la sua prima prova con il visore come una esperienza religiosa.