E’ stata rilasciata la nuova versione di VirtualBox un software di virtualizzazione gratuito molto interessante e funzionale. La nuova release è il primo update rilasciato da quando la tedesca Innotek (produttrice del tool di virtualizzazione) è stata acquisita da Sun Microsystems, supporta Mac OS X e Solaris come piattaforme host, permette l’uso di nuovi dispositivi virtuali e migliora la scalabilità dei Web Services.
Sun non è nuova nel settore della virtualizzazione; la casa di Santa Clara, infatti, disponeva già di due prodotti per la virtualizzazione lato server e di una soluzione VDI per il consolidamento dei client. VirtualBox , però, è subito pronto all’uso, non richiede competenze specifiche ed è pertanto particolarmente adatto per l’uso in ambito domestico o nei piccoli uffici.
Il software, disponibile per un grande numero di piattaforme e sistemi operativi, si è col passare del tempo arricchito di funzionalità . A detta della casa produttrice sono oltre 200 le novità della sola versione 1.6. Tra i punti di forza del programma (per lo meno rispetto ad altre applicazioni gratuite), la possibilità di gestire “snapshot” multipli, caratteristica utile per chi ha la necessità di allestire ambienti di test ed ha la necessità di salvare uno o più stati di una macchina virtuale.
L’applicazione gestisce correttamente le periferiche USB, supporta fino a 4 schede di rete virtuali e 3 dischi rigidi virtuali. Un comodo pannello chiamato “Gestore dei dischi virtuali” (l’applicazione è multilingua, italiano compreso) permette di attivare e visualizzare hard disk virtuali e le immagini di CD, DVD e floppy disk da utilizzare con le Virtual Machine (è possibile, ad esempio, caricare diettamente le immagini .ISO dei tanti Linux o sistemi operativi alternativi distribuiti via Internet).
L’installazione su Mac OS X (sono supportati solo i Mac con CPU Intel) è molto semplice: dopo aver scaricato il file-immagine, basterà scompattarlo e attivare l’installarer. Al termine dell’installazione bisognerà lanciare l’applicazione VirtualBox che si trova nella cartella applicazioni, indicare il proprio nome e indirizzo e-mail.
La prima operazione da compiere è attivare una nuova macchina virtuale. Una comoda procedura guidata permette di personalizzarne la creazione: basterà indicare un nome a piacere, selezionare il sistema operativo “ospite” (l’elenco è sterminato: si va dal vecchio DOS, a Windows 3.x, Windows 98, 2000, XP, varie distribuzioni Linux, OS/2, Solaris e così via), indicare la quantità di memoria RAM da assegnare e, infine, l’hard disk virtuale da usare (è anche possibile specificare se utilizzare un meccanismo di espansione del disco di tipo dinamico o fisso).
In modo simile a quanto accade con Parallels Desktop, Virtual PC, VMware e altri virtualizzatori sarà possibile in seguito intervenire sulla macchina virtuale, impostando la presenza o meno del CD/DVD-ROM, abilitare l’audio, la rete, le porte seriali, eventuali cartelle condivise. Al primo avvio effettivo della macchina virtuale, un wizard ci guiderà chiedendoci il supporto o il file .ISO da usare per l’installazione e farà partire le procedure d’installazione standard dei vari sistemi operativi.
Dopo aver inizializzato una macchina virtuale è possibile installare le cosiddette “Guest additions”, software da installare all’interno delle VM grazie alle quali è possibile migliorare l’ambiente di virtualizzazione (disporre di maggiori risoluzioni video, una migliore gestione del mouse, attivare il supporto per il copia&incolla tra diversi sistemi, migliorare l’integrazione con il Finder di Mac OS X, ecc.). Sono previste “Guest additions” non solo per le VM Windows ma anche per varie distribuzioni Linux e per Solaris.
Caratteristica interessante di VirtualBox è la possibilità di collegarsi a macchine virtuali tramite una connessione remota, sfruttando il protocollo RDP (Remote Desktop Protocol). In sostanza, VirtualBox svolge le funzioni di server VRDP: la porta e il protocollo di autenticazione da utilizzare possono essere definiti nel pannello impostazioni di ogni Virtual Machine.
Mancano piccole comodità presenti nei virtualizzatori a pagamento (es. il drag&drop tra una VM e Mac OS X) ma il prodotto è di notevole qualità , molto promettente e soprattutto gratuito! Non abbiamo effettuato test di velocità e confronti con Parallel Desktop o VMWare ma “a pelle”, la velocità di esecuzione sembra piuttosto buona (lo abbiamo testato su un iMac 20″ di penultima generazione), soprattutto se non si pretende di usare giochi o altre applicazione che sfruttano pesantemente la CPU o la scheda video. D’altra parte, l’acquisizione di Sun, non può che confermare la validità del pacchetto. Potete, ad ogni modo, voi stessi verificare la bontà del software scaricando l’applicazione dal sito del produttore.
Piccola nota finale: durante la fase di test, abbiamo provato a installare un Windows XP Professional in italiano, riscontrando un inconveniente in fase d’installazione su un iMac con la nuova tastiera in alluminio: a un certo punto Windows chiede di premere il tasto F8 per accettare la licenza d’uso; tutti i tasti all’interno dell’ambiente virtuale sono riconosciuti (Esc, PageUp, PageDown, ecc.) l’unico tasto non riconosciuto era l’F8, senza il quale non avremmo potuto continuare l’installazione. Dopo qualche minuto di perplessità abbiamo superato l’inghippo aprendo le preferenze “Tastiera e Mouse” di Mac OS X e selezionando l’opzione “Utilizza i tasti F1, F2, ecc. come tasti funzione standard”. A questo punto siamo riusciti a proseguire l’installazione senza problemi.
[A cura di Mauro Notarianni]