Un folto gruppo di persone ha inscenato una manifestazione non violenta all’interno dell’iconico Apple Store nella Fifth Avenue di New York City. La protesta è parte della serie che a new York e altre città degli Stati Uniti sono in corso per manifestare contro la violenza della polizia e quello che viene ritenuta una serie di atti razzisti tra cui, ultimo della serie, la morte di Eric Garner, sorpreso a vendere sigarette per strada e deceduto dopo che un poliziotto gli aveva stretto il collo.
I manifestanti sono entrati nello store a forma di Cubo della Apple e l’hanno simbolicamente occupato, lasciando sopresi clienti e dipendenti, questi ultimi costretti a interrompere le loro attività. È stato inscenato il cosiddetto “die-in”, con i manifestanti stesi a terra, fingendosi morti. Alcuni manifestanti mostravano la scritta “I can’t breathe”, in riferimento proprio ad Eric Garner che in un video mentre veniva bloccato da dietro con un braccio intorno al collo, diceva: “Non riero a respirare, non riesco a respirare!”. Garner, un venditore di sigarette di contrabbando, fu immobilizzato dall’agente con la pratica del “chokehold”, una presa al collo che era nelle pratiche delle forze dell’ordine ma che da tempo è stata bandita per regolamento dalla polizia di New York.
Alcuni manifestanti hanno dichiarato che l’azione nell’Apple Store è indirizzata alla cosiddetta Corporate America, l’America delle imprese che viene considerata complice di quel che sta accadendo. «Il capo di Apple – ha detto uno dei leader della protesta – sa che abbiamo chiuso il suo negozio. Ci devono prendere seriamente, danneggeremo il loro business, li colpire dove fa più male». Lo store sulla quinta strada non è stato l’unico negozio di New York ad essere stato messo nel mirino dai manifestanti. Ad esempio anche Macy’s ha avuto uguale trattamento.
Al termine del “die-in”, i manifestanti sono usciti dallo store riunendosi al corteo lungo la Quinta Strada. A rischio è la tradizionale cerimonia dell’illuminazione dell‘albero di Natale presso il Rockefeller Center, a Manhattan, Su Twitter, più parti invitano a disertare la cerimonia con l’hashtag #ShutItDown.