Samsung sta cercando di capire perché i Galaxy Note 7 siano esplosi (problematica che ha portato al blocco della produzione) ma anche quali misure adottare per recuperare la fiducia dei clienti; il rischio, come abbiamo già spiegato più volte, è che il marchio sia d’ora in poi associato solo ai Note 7 esplosivi.
La situazione è vissuta con particolare apprensione in Vietnam, paese dove migliaia di operai lavorano nelle linee di assemblaggio dando vita a più di un terzo degli smartphone del produttore nell’area di Pho Yen, distretto della provincia di Thai Nguyen, a circa 65Km dalla capitale Hanoi.
In quest’area i sudcoreani sono arrivati tre anni addietro, trasformando un sonnacchioso distretto agricolo in una gigantesca città industriale. 13 dipendenti intervistati da Reuters fuori dalla fabbrica affermano quasi tutti di essere convinti che l’azienda supererà questa fase; spiegano che Samsung paga bene, offre buoni benefit e si prende cura della loro necessità.
Le fabbriche vietnamite producono (o meglio, producevano) non solo il Note 7 ma anche altri dispositivi. Sono ben 110.000 gli addetti che lavorano per conto di Samsung Electronics in tutto il Vietnam; nello stato del sud-est asiatico i sudcoreani sono tra i più importanti datori di lavoro.
I dipendenti di Samsung guadagnano circa 180$ di stipendio base, salario che può arrivare a circa 300$ con gli straordinari, incentivi annuali e altri benefit. Sono cifre che a noi sembrano modeste ma sopra il reddito medio in tali aree rurali.
Alcuni lavoratori sono stati dispensati a causa dello stop alla produzione dei Note 7 ma al momento la maggiorparte dei dipendenti sembra resterà al proprio posto. Stando a quanto riporta la vietnamita Association of Foreign Invested Enterprises (associazione di imprese a partecipazione estera), nella nazione i sudcoreani hanno investito 14.5 miliardi di dollari, equivalente al 10% degli investimenti esteri complessivi negli ultimi tre decenni. Ad avere attirato l’attenzione di Samsung la relativa stabilità politica, le agevolazioni fiscali e il costo della manodopera inferiore rispetto alla Cina.
A chi non vive in loco, Samsung offre servizi di trasporto. Ogni giorno migliaia di vietnamiti sono trasportati dalle loro case di Hanoi e altre città della regione: una processione di autobus che fanno avanti e indietro con le fabbriche delle provincie di Thai Nguyen e Bac Ninh.
Non tutti gli abitanti del luogo sono ad ogni modo convinti che Samsung riuscirà a uscire indenne dal problema Galaxy Note 7. Phung Minh Ngoc, un dentista trasferitosi a Thai Nguyen da Hanoi un anno addietro per aprire una clinica denominata “Rang Xinh Samsung” (più o meno: “I denti felici di Samsung”), ha paura che il problema Note 7 danneggerà i suoi affari. “Venderanno sicuramente meno e dunque il lavoro degli operati diminuirà così come anche i loro salari”. Una lavoratrice di una fabbrica di Pho Yen che preferisce non fornire il nome dice di essere preoccupata perché il suo contratto dovrebbe essere rinnovato il prossimo mese. “Ho appena portato il mio bambino con me; se non potrà più lavorare per Samsung dovrò ritornare dalla mia famiglia”.