Vietate le email dal capo dopo l’orario di lavoro. Quello che sembra solo un sogno irrealizzabile per molti in Francia è diventato legge o quasi: l’obbligo di non contattare elettronicamente i dipendenti fuori dall’orario di ufficio è una clausola contenuta nel recente accordo siglato dall’associazione che riunisce le principali società ICT che operano nel Paese d’Oltralpe congiuntamente con i principali sindacati dei lavoratori di settore.
Il veto alle email e agli strumenti di contatto elettronici fuori dall’orario di lavoro va così ad aggiungersi al limite delle 35 ore settimanali e al diritto delle 6 settimane di ferie pagate all’anno, un elenco di benefit sostanziosi che nel nostro Paese negli anni della crisi sembrano un lotano miraggio per i numerosi disoccupati e anche per i milioni di lavoratori assoggettati ai contratti temporanei, rinnovati a tempo indeterminato, quando le cose vanno bene.
Il veto francese alle email sta aizzando l’opinione pubblica e gli appassionati che seguono il mondo della tecnologia in tutto il mondo, in USA ma non solo: la praticità e l’onnipresenza di email, smarpthone e tablet hanno rivoluzionato da tempo in modo di comunicare e di lavorare, ragion per cui questa nuova clausola sembra da una parte in controtendenza, dall’altra come una soluzione per limitare l’invasività degli strumenti digitali.
Naturalmente quanto stabilito dal contratto siglato tra associazioni e sindacati deve essere messo in pratica: è già possibile prevedere eccezioni per dirigenti e dipendenti di alto livello, ma è più probabile che la possibilità di inviare email e di ricorrere ad altre forme di contatto elettronico con i dipendenti fuori dall’orario di ufficio sarà nella maggior parte dei casi lasciata alle singole aziende e ai singoli casi. Insomma secondo molti nella Francia appesantita dalla burocrazia, la nuova clausola che sta incuriosendo i lavoratori globalizzati, rischia di cambiare poco o nulla la situazione attuale. Un fenomeno che conosciamo bene anche in Italia.