Banksy gioca con l’arte, la tecnologia e i social: l’artista, svelando su Instagram il segreto meccanismo che ha distrutto la sua opera “Girl with ballon” subito dopo la vendita all’asta della stessa il 5 ottobre 2018, ha mostrato come l’arte possa essere non convenzionale anche con l’aiuto della tecnologia, ma non ha rivelato tutto del funzionamento cornice tritacarte. Il mistero hi-tech, così come l’identità dell’autore, rimane tale: l’aura della performance artistica di Bansky continua ad essere intatta.
Banksy, l’artista noto per i graffiti su temi controversi e non convenzionali (ha dipinto anche Steve Jobs, ritraendolo con un Mac in mano e un sacco sulla spalla, nei panni di un rifugiato siriano), ha postato sul proprio profilo Instagram – unico profilo social dell’artista – un video in cui spiega che alcuni anni fa immaginò e creò la cornice che avrebbe tritato la sua opera. L’opera è una delle più amate dell’autore, “Girl with red ballon”, battuta all’asta per circa 1,4 milioni di dollari.
Sicuramente ha sistemato all’interno della cornice, oltre alle lame per tagliare la carta, un meccanismo controllabile da remoto. L’opera battuta all’asta da Sotheby’s è stata realizzata nel 2006: da circa 12 anni, dunque, dietro all’immagine – da molti appassionati di arte contemporanea venerata – della bambina con il palloncino rosso, era nascosto un meccanismo, probabilmente alimentato da una batteria a lunga durata, pronto a distruggerla.
Che tipo di tecnologia sia stato utilizzato non è stato spiegato: potrebbe trattarsi di un meccanismo a gravità e con una batteria che sblocca un gancio, magari attivato con un radiocomando.
È ormai praticamente certo che l’artista fosse presente in sala durante l’asta, pronto ad attivare il processo di autodistruzione seppure parziale di “Girl with red balloon”, ma contemporaneamente anche a riprendere e diffondere l’evento, una vera e propria performance d’arte, inaspettata, originale, sorprendente, un evento che potrebbe addirittura aumentare il valore dell’opera stessa, già di per sé un capolavoro, anche se progettato per autodistruggersi.
Il video è stato pubblicato da Bansky su Instagram, accompagnato da una didascalia dedicata ad un altro gigante dell’arte Pablo Picasso: “La voglia di distruggere è un impulso creativo”.
E ad un altro impulso, un’esigenza tipica di quest’era 2.0, Banksy non ha saputo resistere: quello di comunicare in tempo reale il successo del proprio progetto, mettendo a repentaglio per tanta pubblicità e milioni di approvazioni di utenti del web l’unico alone di mistero che ancora avvolge la sua arte e la sua identità. Poco dopo l’autodistruzione del suo quadro, l’artista ha postato sempre sul social network, l’immagine della serata, accompagnata dalla frase pronunciata durante l’asta, un secondo prima della distruzione della sua opera, “Going, going, gone”.