Il vetro dello schermo di iPhone 6 da 4,7 pollici non è vero vetro zaffiro? La domanda nasce da un nuovo test svolto da Marques Brownlee, il Youtuber che nei giorni scorsi aveva messo le mani su una componente della copertura di quello che sarebbe il nuovo modello di iPhone, sottoponendola a torture che ne dimostravano l’estrema resistenza e che ora ripete, ma con una differente tecnica, volta a misurare la resistenza ai graffi, il principale punto di vantaggio del vetro zaffiro.
Il test viene svolto con due differenti fogli di carta vetrata, un a base di granato, certificata 7 sulla scala di Mohs (il criterio empirico che misura la durezza dei materiali) e la seconda allo smeriglio, che è classificata sopra l’8. Nessuna di queste due carte vetrate dovrebbe essere in grado di scalfire il vetro smeraldo, che ha una classificazione di 9 nella scala di Mohs, invece la prova di Browlee dimostra che ambedue riescono in qualche modo a graffiare la superficie del vetro. Quella a base di granato solo leggermente, quella allo smeriglio in maniera molto evidente. La riprova che quello di iPhone 6 o, meglio, la lastra che viene propagandata come tale, non è di puro vero vetro smeraldo, viene da un test con la copertura di Touch ID ch,e certamente realizzato in questo materiale, esce dalla prova completamente intatto.
Ammesso che siamo davvero di fronte al vetro di un iPhone 6, c’è da chiedersi quale sia il materiale di cui è composto perchè, se è vero che le due carte vetrate provocano qualche danno, i danni che subisce la componente sono largamente inferiori a quelli che si producono sfregando il vetro di un iPhone 5s. A questo punto le ipotesi principali che si possono fare sono due.
La prima è che si tratti di un Gorilla Glass o un vetro di nuova generazione. Il Gorilla Glass di terza generazione, presentato un paio di anni fa e che ora dovrebbe essere in produzione, è molto più resistente del Gorilla Glass originale, più leggero, più flessibile. Ma in commercio ci sono anche vetri concorrenti, come quelli prodotti da Asahi Glass, una azienda giapponese che fa parte del gruppo Mitsubishi.
La seconda ipotesi è che si tratti di un materiale composito, una variante di vetro zaffiro, che ne eredita alcune proprietà come una superiore resistenza ai graffi, e che pur non essendo così resistente ai graffi quanto il vero vetro zaffiro, è anch’esso, come il Gorilla Glass 3, più leggero, più economico, più flessibile e più trasparente. Apple aveva brevettato qualche tempo fa un sistema per creare vetri zaffiro ibridi.
Va anche tenuto conto di altre voci, come quelle secondo le quali il vetro zaffiro per costi e capacità produttiva, potrebbe essere destinato solo a dispositivi più piccoli (come l’iWatch) o di fascia più alta, come l’iPhone 6 da 5,5 pollici, prodotto di cui però non c’è alcuna traccia concreta e che potrebbe arrivare più avanti.