La previsione degli esperti, secondo cui in Cina le vendite di iPhone avrebbero presto o tardi superato quelle degli Stati Uniti, si è finalmente avverata. Lo dicono i dati di Apple secondo i quali nello scorso Q2 2015 Apple ha venduto più telefoni nel paese asiatico che negli Stati Uniti, aumentando così il fatturato nel paese del 71 per cento, portandolo a 16,8 miliardi dollari, anche grazie al capodanno cinese che ha spinto le vendite in questa finestra temporale.
Tim Cook ha dichiarato che è proprio l’iPhone a rappresentare gran parte delle entrate di Apple in Cina, ma ha fatto anche notare che le vendite di Mac sono state “incredibili”, in crescita del 31% anno rispetto all’anno precedente. Come con negli altri mercati, l’iPhone è di solito il primo prodotto Apple la gente compra, ma che serve anche a condurre l’acquirente all’interno dell’ecosistema di Cupertino, incrementando le vendite anche di altri prodotti, come iPad e Mac. Lo stesso Cook ha poi riferito che le entrate provenienti da App Store, nella grande Cina, sono raddoppiate nel corso degli ultimi 12 mesi, e che quasi 5 miliardi di dollari in totale sono stati pagati agli sviluppatori cinesi, di cui più della metà nel corso dell’anno precedente. Il CEO di Apple ha anche ribadito il piano della società per aumentare la presenza retail nel paese, arrivando a 40 negozi entro la metà del 2016. Non solo retail, però, nel mirino di Apple, dato che cifre positive arrivano anche se si guarda ai ricavi di Apple Online Store, triplicati di anno in anno; per il prossimo trimestre, inoltre, le consegne online saranno garantite in soli due giorni per oltre 365 città del paese.
Cook ha, infine, ribadito che l’aggiunta di Union Pay come modalità di pagamento per i cinesi ha aiutato Apple ad espandere significativamente l’ecosistema nel paese, anche se è stato recentemente riportato che questioni con Union Pay e i negoziati con le banche ritarderanno il lancio di Apple Pay in territorio cinese.