Dopo la pubblicazione, nello scorso giugno su piattaforme Pc e console, da oggi Valiant Hearts: the Great War è disponibile per iOs, subito scelto da Apple come uno dei migliori nuovi arrivi sullo Store. Sviluppato da Ubisoft Montpellier, divisione francese della major dei videogiochi, che ha creato anche Beyond Good & Evil, Rayman Origins e Rayman Legends, si tratta di un’avventura grafica sui generis, ambientata nella prima guerra mondiale, che fa da sfondo ad una tenera e profonda storia di amore e amicizia che danno al titolo una profondità quasi letteraria. Valiant Hearts: the Great War è diviso in quattro capitoli, ciascuno diviso in sette livelli. Con l’acquisto dell’app dallo Store (universal 4,49 euro) si avrà a disposizione il primo, mentre i successivi andranno comprati in app a 3,59 euro ciascuno, o in un blocco unico da 7,99 euro.
Una trama da graphic novel di qualità
Attraverso i quattro capitoli di Valiant Hearts: the Great War faremo la conoscenza e approfondiremo la personalità di quattro personaggi: la belga Anna, il francese Emile, l’americano Freddie e il tedesco Karl. Proprio l’intreccio delle loro vicende è il vero punto di forza di Valiant Hearts: the Great War, che offre una trama intensa, a volte drammatica, ma non senza momenti divertenti della qualità delle migliori graphic novel. Ecco chi sono i quattro protagonisti.
Anna è nata a Ieper (meglio nota con il nome francese di Ypres), il 26 dicembre 1891, in una famiglia aristocratica. Suo padre Paul, celebre scienziato, l’ha mandata a Parigi nella primavera del 1914 a completare gli studi. Allo scoppio del conflitto Anna ha abbandonato l’università per sostenere la patria lavorando in una fabbrica di munizioni, ma poco dopo ha lasciato Parigi in seguito alla scoperta che il padre era stato costretto a lavorare per i tedeschi dopo l’occupazione di Ypres. Pronta anche a dare la vita pur di aiutare i bisognosi, Anna ha lasciato la capitale francese in un giorno storico: il 6 settembre 1914, inizio della Battaglia della Marna.
Emile è di Saulcy-sur-Meurthe, in Lorena, classe 1872, nato in una famiglia di minatori.
Nel 1894 a Rotterdam si è innamorato di Paulien, una lavandaia olandese e fervente cattolica. I due si sono sposati nel 1895 e si sono stabiliti in una fattoria vicino a Saint-Mihiel, in Francia. Tre anni dopo Paulien è morta dando alla luce due gemelli, dei quali solo la piccola Marie è sopravvissuta.
Dopo un’intera vita consacrata al lavoro, a Dio e all’unica figlia, Emile è stato chiamato alle armi il 13 agosto 1914, pochi giorni dopo lo scoppio delle ostilità. Inviato sul Fronte occidentale, è stato fatto prigioniero dopo la prima battaglia.
Freddie, classe 1882, è un creolo della Louisiana. Nel 1912 ha iniziato a corteggiare in segreto una giovane donna bianca di nome Margaret, figlia di un ricco armatore. Un anno dopo l’ha chiesta in moglie e, insieme, hanno deciso di imbarcarsi nella primavera del 1914 per La Rochelle, in Francia, dove si sarebbero potuti sposare evitando i problemi che in patria avrebbe avuto una coppia mista. I due erano in viaggio tra Parigi e il resto della Francia quando è scoppiata la guerra. Tragicamente colpito dal conflitto con la morte della giovane Margaret, Freddie si è arruolato nella Legione straniera francese per vendicarsi del reggimento tedesco che lo ha privato per sempre della felicità.
Karl, classe ’96, è originario di in un piccolo villaggio tedesco non lontano da Strasburgo, dove il padre era pastore luterano. Cresciuto in una famiglia severa e conservatrice, Karl non aveva né il denaro né la voglia di iscriversi alle scuole superiori, così è uscito di casa a sedici anni per lavorare nelle fabbriche e nelle fattorie della zona di confine fra Belgio e Francia. Un anno dopo ha deciso di stabilirsi a Saint-Mihiel, il villaggio vicino alla fattoria di Emile. Qui si è innamorato di Marie, la figlia di Emile. Dal loro amore è nato un bambino, venuto alla luce appena prima della guerra, proprio quando Karl è stato costretto a lasciare la Francia per combatterla nelle fila dell’esercito del Kaiser.
Infine c’è un quinto personaggio, che fa da elemento narrativo che unisce gli altri quattro, presente in tutti i capitoli e l’unico che non può essere giocato: si tratta di Walt, un doberman arruolato nell’esercito tedesco e addestrato come staffetta.
Protagonista la Storia
Ma la vera protagonista di Valiant Hearts: the Great War è la storia, con le vicende della Grande Guerra attentamente e fedelmente inserite nella trama, anche con l’utilizzo di documenti storici: dall’avanzata tedesca sulla Marna alla sanguinosa battaglia di Ypres. Un’attenzione che rende Valiant Hearts: the Great War quasi un’opera didattica, o quantomeno adatta ad appassionare ala storia quei ragazzi che hanno l’allergia per i libri. Ma nelle dinamiche narrative più che all’aspetto cronachistico o storico la prima guerra mondiale è utilizzata per creare l’atmosfera malinconica e tesa all’interno del quale si muovono i quattro personaggi.
Un’avventura dal grande impatto visivo
Azzeccate anche le scelte stilistiche, con un disegno in due dimensioni caricaturale e per niente realistico, che riescem, paradossalmente ad narrare la crudezza della guerra e l’intensità delle emozioni dei personaggi. Il tutto ben supportato dal motore grafico UbiArt Framework sviluppato nella sua prima versione nel 2009 da Ubisoft Montpellier e ben integrato con la colonna sonora e perfettamente localizzato in italiano.
Valiant Heart: the Great War, punta e clicca sui generis
L’aspetto del gameplay forse, è la pecca più grande di Valiant Hearts: the Great War. Per i veri amanti delle avventure grafiche la possibilità di interazione è molto limitata, anche se gli enigmi e i nodi da superare non sono sempre così scontati.