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Vaccini, la lotta degli italiani con le fake news sul web

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Da mesi ormai i vaccini contro il Covid sono tra gli argomenti più discussi sui social network e, più in generale, sui media di tutto il mondo. Una questione importantissima, che rappresenta uno strumento fondamentale nella lotta al virus, ma che, purtroppo, come spesso accade ha dato vita a numerose fake news.

Notizie false, che diffondono panico e dubbi tra le persone, ma dalle quali gli utenti sembrano aver imparato a difendersi. Secondo uno studio di Semrush, piattaforma di Saas per la gestione della visibilità online che ha analizzato le ricerche fatte in rete dagli utenti in Italia, da settembre 2020 ad oggi sono cresciute esponenzialmente le digitazioni sui vari motori di ricerca correlate al topic dei vaccini.

“Molte di queste ricerche sono state fatte per approfondire fatti di cronaca, come la sospensione di un determinato vaccino, ma ce ne sono moltissime che vengono fatte in risposta a notizie lette sui social che sembrano essere di dubbia attendibilità. – Commenta Fernando Angulo, Responsabile della comunicazione di Semrush – Un comportamento che dimostra una maggior maturità nell’utilizzo della rete e, in particolare, dei social, e un desiderio di ricercare informazioni veramente affidabili per costruirsi una propria opinione su tematiche importanti e restare sempre aggiornati”.

Ad esempio, le ricerche per “vaccino Astrazeneca” sono cresciute di oltre l’86.300% negli ultimi 6 mesi, con una media di quasi 16 mila digitazioni mensili. Questo perché la casa farmaceutica si è trovata al centro di spiacevoli fatti di cronaca, come decessi di persone che si erano sottoposte a vaccino o casi di trombosi.

Ma se i social avevano già decretato la certezza insindacabile della correlazione, migliaia di utenti hanno preferito approfondire, andando a cercare online articoli che riportassero studi scientifici e pareri di medici e virologi. Lo stesso Ministro della Salute Roberto Speranza, durante la conferenza stampa del 16 aprile con il Premier Mario Draghi, ha confermato che, nonostante il caso mediatico creatosi intorno al vaccino Astrazeneca, non c’è stato un calo di richieste di questo vaccino (come si vociferava sui social), bensì c’è stato un aumento di richieste di informazioni.

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La questione degli effetti collaterali causati dai vaccini anticovid resta, comunque, tra quelle che destano maggior interesse tra gli utenti. Le ricerche correlate all’item “effetti collaterali vaccino Pfizer” sono state quasi 13.200 al mese, più di quelle relative ad Astrazeneca, quasi 12.600 al mese, e più del doppio di quelle per Moderna, “appena” 4.700 al mese.

Altro tema caldo sul web è legato all’arrivo del vaccino Johnson & Johnson, che al momento sembra aver subito una battuta d’arresto all’indomani del suo lancio. A febbraio il numero di utenti che chiedeva al web quando sarebbe arrivato questo vaccino è aumentato del 251% circa, passando dalle 2.110 digitazioni di gennaio a 7.400 in un mese. In particolare, la popolazione sembra essere interessata al suo funzionamento e al fatto che avrebbe dovuto essere il solo vaccino efficace in un’unica dose. Le ricerche sul suo funzionamento, infatti, solo nel mese di febbraio sono state 11.600, il 455% in più rispetto a gennaio. Crescono anche le interrogazioni circa la sua efficacia, a +252% rispetto a gennaio 2021.

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