Il sandboxing è una tecnologia che costringe le applicazioni a essere avviate all’esterno di alcuni punti “strategici” del sistema operativo, limitando le operazioni che possono eseguire, a beneficio di maggior sicurezza per l’utente finale anche se con alcuni svantaggi per gli sviluppatori.
Ted Landau di The Mac Observer fa notare come varie applicazioni presenti sul Mac App Store aggirino le regole di Cupertino per il sandboxing e come Apple non faccia nulla per impedirlo. Il primo esempio del quale parla Landau è Data Rescue, ottima utility di ProSoft Engineering per il recovering dei dati: la policy di Apple impedisce la vendita di simili applicazioni sullo store essendo vietata la distribuzione di software che richiedono al loro avvio l’accesso con account amministratore. Per il recovering dei dati sul disco interno, un’applicazione come Data Rescue richiede necessariamente l’indicazione di nome utente e password dell’utente amministratore; prima di OS X 10.8.x Mountain Lion l’accesso con tali credenziali non era necessario per il recupero di dati da dischi esterni: ProSoft ha realizzato una versione dell’applicazione specifica per il Mac App Store, denominandola “Data Rescue 3 External drive Recovery” (in vendita a 44,99 euro), specificando bene in vista (tutto in maiuscolo) alla prima riga della descrizione “Special App Store version NOT COMPATIBLE WITH OS X 10.8 MOUNTAIN LION”.
L’applicazione scaricabile dal Mac App Store funziona dunque solo su OS X 10.6.x o 10.7.x con i dischi rigidi esterni; chi ha la necessità di recuperare file dal disco di avvio o dischi interni viene reindirizzato sulla pagina web dello sviluppatore, per ottenere la versione “full”. Poiché con OS X 10.8.x Mountain Lion, Apple non consente alle applicazioni scaricate dal Mac App Store di richiedere le credenziali dell’utente amministratore anche per l’accesso ai dischi esterni, il software in questione è essenzialmente inutile per chi ha l’ultima versione del sistema operativo.
Un “trucco” simile a quello di ProSoft, l’ha utilizzato Softote Studio per Data Recovery Free, applicazione gratuita per il recupero di file bmp, jpg, png, tiff e mp3 (a pagamento per altri tipi di file); anche in questo caso alla prima riga della descrizione, si legge: “Not compatibile with OS X 10.8 Mountain Lion, you can download the new version from our website to support 10.8”.
Discorso simile per Data Recovery Pro (44,99 euro) e per Disk Drill (31,99 euro); in quest’ultimo caso, lo sviluppatore è stato un po’ più scaltro e indica un generico “now fully compatibile with OS X 10.8 (see instructions to access all your disk)”. Scaricando l’applicazione, quando si tenta di accedere a un disco esterno con OS X 10.8 si è invitati a scaricare un file aggiuntivo (gratuito) dal sito del produttore con il quale sarà possibile abilitare l’utility al supporto dei dischi esterni.
I software di data recovering presenti sull’App Store non sono dunque conformi alla policy di Apple ed è probabile che molti di questi saranno a breve eliminati. Cupertino potrebbe ad ogni modo aggirare il problema, creando una sezione dedicata, nella quale indicare software e sviluppatori che offrano determinate garanzie.
[A cura di Mauro Notarianni]