Per 18 mesi Google non ha detto ai propri clienti che Nest Guard conteneva un microfono. Purtroppo la scoperta è avvenuta all’improvviso, anche se non proprio per caso: Google ha infatti rilasciato un aggiornamento che abilita il microfono, rendendo così disponibili alcuni comandi vogali tramite Assistente Google.
Nelle note di rilascio Google ha precisato che in Nest Guard il microfono rimane sempre e comunque disattivato e che spetta all’utente scegliere se attivarlo o meno, operazione che è possibile fare tramite l’app di controllo Nest disponibile per iOS e Android.
Comprensibilmente le spiegazioni di Big G, che ha acquistato Nest nel 2014, non sono considerate sufficienti da diversi utenti che si sono rivolti ai social per sfogare incredulità e rabbia. Alcuni temono che le conversazioni private di casa e famiglia possano essere state captate da terzi, forse anche ricordando un incidente di questo tipo che negli scorsi mesi aveva coinvolto uno speaker Amazon Echo, anche se sembra si sia trattato di un caso isolato.
We included a microphone in the Nest Guard with features such as the Google Assistant in mind.
It has not been used up to this point, and you can enable or disable it at any time using the Nest app.— Nest (@nest) February 4, 2019
Tramite l’account Nest ufficiale su Twitter la società spiega che l’inserimento di un microfono era in previsione di funzioni legate a Google Assistant, che la componente non è mai stata usata fino a oggi e che l’utente può attivarlo o disabilitarlo a piacere.
Vista la reazione degli utenti online, la multinazionale si è affrettata a rilasciare una dichiarazione ufficiale ad alcune testate USA:
«Il microfono nel dispositivo non è mai stato pensato per essere un segreto e avrebbe dovuto essere elencato nelle specifiche tecniche» dichiara Google precisando «È stato un errore da parte nostra. Il microfono non è mai stato attivo e viene attivato solo quando gli utenti abilitano specificamente l’opzione».
Una leggerezza, stando alla versione dei fatti dichiarata da Big G, che potrebbe costare cara in termini di fiducia degli utenti e non solo.