L’orario effettivo per l’inizio di un film al cinema non è mai quello indicato e spesso bisogna sorbirsi una raffica di pubblicità e trailer che spostano l’orario prestabilito molti minuti dopo l’orario di inizio di proiezione comunicato.
Il più delle volte è un vantaggio e chi lo desidera, anche se non è arrivato in orario fa in tempo a comprare popcorn, bibite e altro ma non è raro aspettare in poltrona anche 20 minuti prima che lo spettacolo abbia realmente inizio.
Una proposta di legge nel Connecticut prevede l’obbligo per i cinema di indicare orario di inizio del preshow e del lungometraggio vero e proprio, proposta che sta creando battibecchi con gli operatori del settore, secondo i quali misure del genere rischiano di minimizzare le entrate pubblicitarie.
La proposta di Martin Looney, Presidente pro tempore del Senato, mira a impedire che gli spettatori siano costretti ad attendere anche 30 minuti, obbligati a guardare annunci pubblicitari vari e trailer prima dell’inizio effettivo del film. Looney cita lamentele da parte di suoi elettori sulla lunghezza eccessiva del pre-spettacolo.
“Sembra un abuso del tempo altrui”, spiega Looney. “Chi vuole arrivare prima e guardare le promozioni, può farlo. Ma se vogliono guardare solo lo spettacolo vero e proprio, dovrebbero essere in grado di sapere esattamente a che ora essere lì”.
I gestori non sono ovviamente d’accordo, spiegando che la proiezione del film con anteprime e annunci può essere una fonte importante di entrate.

In Italia gli ultimi dati Cinetel (società che monitora quotidianamente gli incassi delle sale cinematografiche) riferiscono che il cinema sembra ripartito dopo il calo nella vendita dei biglietti, tornato ai livelli pre-pandemia. Nel 2024 i botteghini italiani hanno incassato 493 milioni di euro, con quasi 70 milioni di biglietti venduti, risultati in linea con il 2023, nonostante un leggero calo dovuto all’effetto dello sciopero di Hollywood (oltre a manifestazioni sportive che hanno influenzato i risultati).
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