La tecnologia ci permette di fare cose che fino a pochi anni fa potevamo soltanto sognare attraverso i film. In molti casi ci semplifica la vita ed ancora più spesso è la tecnologia stessa ad essere straordinariamente semplice nella sua immensa complessità. Un esempio lampante è lo smartphone che, in un solo dispositivo che entra in tasca, sostituisce il computer per Internet ed email, il cellulare per telefonate e messaggi, la macchina fotografica per le foto, la telecamera per i video, il block notes per gli appunti, l’agenda per promemoria ed appuntamenti, il registratore per le registrazioni audio ed il lettore MP3 per la musica, tanto per citare alcune delle sue funzioni basilari che a suo tempo richiedevano un arsenale di accessori stipati nello zaino.
Prende anche il posto della cartina e della bussola – o per parlare in tempi moderni, del navigatore satellitare – per orientarsi nella vita di tutti i giorni, ma come spesso accade, ci sono casi in cui non è ancora pronta per soppiantare qualsiasi strumento. Una lezione che deve aver imparato bene David Carlin, proprietario di una barca della seconda guerra mondiale lunga poco più di 15 metri, che si è schiantata contro un traghetto da carico 1400 volte più grande: un incidente che si è tradotto in una multa di 3.000 sterline e che, se non ci fosse stata la presunzione di viaggiare leggeri, si sarebbe potuto certamente evitare.
In base a quanto riporta il Daily Mail il trentaquattrenne, in viaggio con un altro passeggero, si sarebbe orientato soltanto con un iPad. Il tablet, poi, durante il tragitto, avrebbe perso momentaneamente la connessione, condizione non del tutto inaspettata se ci si trova in mare aperto dove il segnale è certamente più debole: insieme alla nebbia, che ci ha messo del suo, ha così inavvertitamente invaso la corsia destinata alle navi da carico scontrandosi, sfortuna ha voluto, proprio con una di queste.
L’incidente tuttavia non ha causato vittime. I due sono stati recuperati in tempo da una scialuppa di salvataggio, ma le cose sarebbero potute andare diversamente: lo stesso Gwen Lancaster, capitano del traghetto, non si sarebbe neanche accorto dell’impatto, proprio per via dell’enorme differenza nelle dimensioni delle due imbarcazioni. E’ vero, lo yacht di Steve Jobs lavora con sette iMac installati sulla plancia di comando, ma forse non è arrivato ancora il momento di abbandonare le vecchie tecnologie.