Per il momento non ci sono conferme ufficiali, ma dai corridoi di Washington emerge che gli USA si starebbero muovendo per inasprire ulteriormente i blocchi commerciali già in corso contro il colosso cinese Huawei, questa volta per tecnologie e prodotti Wi-Fi 6 e 4G.
Ricordiamo che nel 2019 gli Stati Uniti hanno inserito Huawei in una lista nera commerciale, che ha imposto alle aziende statunitensi di richiedere una licenza speciale per continuare ad avere rapporti commerciali con la società cinese. Licenze sono state concesse ad aziende del calibro di AMD, Intel e Qualcomm, con quest’ultimo che è stato autorizzato a spedire chipset solo 4G, apprezzati nei recenti modelli delle serie Huawei P e Mate.
Le licenze hanno continuato a essere concesse durante i primi mesi dell’amministrazione Biden, ma gli addetti ai lavori riferiscono che gli Stati Uniti stanno cercando di espandere l’elenco degli articoli vietati. Nuovi blocchi potrebbero includere la tecnologia 4G, i più recenti Wi-Fi 6 e Wi-Fi 7, intelligenza artificiale, nonché l’high-performance e il cloud computing. Le nuove licenze per gli elementi 4G sono già state negate, secondo un insider.
Per quanto riguarda le vecchie licenze, un esperto di tecnologia ha riferito che il Dipartimento del Commercio USA sta cercando di revocare tutte le licenze che interessano Huawei. E anche se non lo farà esplicitamente, alla fine scadranno.
Il Giappone e i Paesi Bassi si stanno unendo agli sforzi degli Stati Uniti e vieteranno alle loro aziende locali di esportare attrezzature in Cina, secondo un rapporto di Bloomberg di pochi giorni fa. Queste restrizioni mirano a soffocare la crescita dell’industria nazionale cinese dei semiconduttori. Huawei ha già confermato che i processori Kirin non torneranno, almeno quest’anno, dal momento che l’azienda non riesce a trovare una fonderia che non utilizzi tecnologia che arriva dagli USA.
Huawei ha registrato un forte calo delle entrate nel 2021 quando le restrizioni commerciali sono entrate in vigore. Tuttavia è rimasta relativamente stabile da allora e nel dicembre 2022 ha registrato un fatturato complessivo di 91,53 miliardi di dollari. Per il momento il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti non ha commentato le specifiche dei futuri divieti di esportazione commerciale.
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