L’Alta Corte del Massachusetts ha stabilito che scattare foto sotto le gonne (una pratica nota come “upskirting”) non è illegale a patto che la vittima porti la biancheria intima. La sentenza, che certamente lancerà un acceso dibattito, arriva al termine di una denuncia che una donna aveva presentato dopo essere stata fotografata sui mezzi di trasporto pubblici di Boston.
La sentenza ha determinato l’assoluzione di un uomo, Michael Robertson, 32 anni, che aveva a suo carico un processo per aver scattato foto e registrato filmati senza autorizzazione proprio con la “tecnica” dell’upskirting. La ragione? Secondo il giudice dell’alta corte (che per altro è una donna, Margot Botsford), non c’è reato perchè la donna che era stata fotografata non era nè nuda nè parzialmente nuda nelle parti che erano state fotografate. In aggiunta a questo era in un luogo, un mezzo pubblico, dove poteva avere una parziale aspettativa di privacy.
Su Twitter e altri social network abbondano i giudizi negativi e c’è chi arriva a paragonare le foto in questione alla violenza psicologica. Lo stesso speaker della Camera ha criticato la sentenza “La decisione dell’Alta corte è contraria allo spirito della legge precedente”. Diversi osservatori notano che il magistrato non ha colto il senso della legge, oppure la legge non è scritta come dovrebbe essere: “Ogni persona, uomo o donna, ha diritto alla privacy anche sotto il proprio abbigliamento” ha detto il procuratore distrettuale Daniel Conley. “Se la legge così come è scritta non tutela la privacy, invito con urgenza il legislatore ad agire rapidamente e modificarla”.