Ancora pochi giorni e Joe Biden diventerà il nuovo presidente degli Stati Uniti. Il sito Politico evidenzia che un po’ tutto il governo, dai legislatori di Capitol Hill, ai tutori dell’antitrust alla Federal Trade Commission (FTC), stanno puntando i loro occhi su Facebook come non mai.
Le autorità antitrust che agiscono per conto di Biden si occuperanno della causa antitrust contro il social media fondato da Mark Zuckerberg, accusato di pratiche anticoncorrenziali; nel mirino dell’offensiva legale ci sono anche l’acquisizione di Instagram e di WhatsApp. L’antitrust intende – tra le altre cose – negoziare proposte legislative i con diversi leader del Congresso che hanno puntato il dito contro Facebook per la cattiva gestione dei dati personali degli utenti, contribuito alla diffusione dell’incitamento all’odio e di pericolose falsità. “È un momento storico che porterà allo sconvolgimento legislativo, normativo e a profonde conseguenze per Facebook e aziende simili della Silicon Valley”, scrive Politico. L’era Trump ha spalancato le porte dei detrattori di Facebook: da una parte accusano il social di voler zittire alcune voci e dall’altra di foraggiare la disinformazione. Con Biden i critici ritengono che probabilmente è arrivato il momento di “domare” Facebook, “per il bene dell’integrità elettorale, della privacy e del fair play nell’era del digitale”.
Sally Hubbard, direttrice per le strategie di attuazione dell’Open Markets Institute, e sostenitrice dell’attuazione di norme antitrust contro Facebook, Google e altri big del mondo IT, fa pressione su Biden affinché adotti ad un approccio diverso rispetto alla scorsa amministrazione e vanta diversi alleati che la pensano come lei con il presidente-eletto degli Stati Uniti pronto a prendere il posto di Trump.
Negli USA da tempo c’è un dibattito attorno alla responsabilità delle piattaforme per i contenuti condivisi dagli utenti (si tratta della ormai celebre Sezione 230 del Communications Decency Act), e varie di organizzazioni impegnate nel campo della privacy, dei diritti civili e dei consumatori hanno pubblicato raccomandazioni per la nuova amministrazione americana in favore di interventi per la protezione della privacy. Tra le azioni suggerite c’è l’adozione di una legge federale in materia, una sfida per il futuro della data economy e la spinta verso regole sistematiche sull’uso dei dati personali.
A ottobre di quest’anno in una bozza di una memoria difensiva di 14 pagine che i legali dell’azienda di Mark Zuckerberg hanno messo a punto in vista di probabili contestazioni, in materia di antitrust, da parte del Congresso Usa e che il Wall Street Journal è riuscito a visionare, si sostiene che un tentativo governativo di spezzettare Facebook «sfiderebbe le leggi stabilite, costerebbe miliardi di dollari e danneggerebbe i consumatori». Se sarà necessario, a quanto pare di capire Zuckerberg ha intenzione di dare battaglia non solo nei tribunali, ma anche sul social coinvolgendo i miliardi di utenti.