Le principali etichette musicali hanno unito le forze per contestare a due startup di intelligenza artificiale la presunta violazione dei diritti d’autore: secondo Sony Music Group, Universal Music Group e Warner Music Group le startup Suno e Udio avrebbero utilizzato opere protette da copyright per addestrare i loro modelli di AI generativa musicali, il tutto senza corrispondere alcunché.
L’Associazione dell’Industria Discografica d’America (RIAA) ha avviato cause legali contro le startup, così da creare precedenti per fissare determinati principi generali. In particolare, con queste procedure, le etichette discografiche mirano a stabilire che “Non esiste nulla che esenti la tecnologia AI dalla legge sul copyright o che renda esenti le aziende di AI dal rispettare le regole“.
Il nocciolo della questione
Le cause legali presentate presso il tribunale federale degli Stati Uniti accusano Suno e Udio di aver prelevato illegalmente tracce protette da internet e di averle utilizzate per addestrare i modelli AI. Le denunce richiedono ingiunzioni contro l’uso futuro di tali tracce, oltre a danni fino a 150.000 dollari per ciascuna opera violata, una somma che potrebbe diventare astronomica nel caso in cui il tribunale riterrà le due startup responsabili.
L’obiettivo delle cause sembra essere quello di stabilire che l’addestramento autorizzato sia l’unico quadro accettabile per l’industria dell’AI, dissuadendo le aziende dall’addestrare i loro modelli senza il consenso di chi possiede i diritti su tali opere.
Chi sono Suno AI e Udio AI
Suno AI e Udio AI (quest’ultima gestita da Uncharted Labs) sono startup che generano musica basata su input testuali. Da notare che Suno è partner di Microsoft. Questo non sembra aver certamente fermato la RIAA, che sostiene che tracce riprodotte dai servizi siano sorprendentemente simili a opere esistenti, il che suggerisce che siano state addestrate su canzoni protette da copyright.
La strategia difensiva potrebbe sorprendere tutti. Le due aziende coinvolte, infatti, non hanno negato di aver utilizzato opere protette per addestrare i loro modelli, sostenendo che l’addestramento rientra nelle “informazioni riservate aziendali” e nelle pratiche standard del settore.
In caso di vittoria, non solo le due startup uscirebbero illese da queste azioni di risarcimento, ma verrebbe fissato nei tribunali il concetto che è possibile addestrare le intelligenze artificiali con contenuti protetti da copyright.
Quali canzoni sarebbero state copiate
Secondo il Wall Street Journal, le etichette discografiche accusano i generatori AI di aver creato canzoni molto simili a “My Girl” dei The Temptations, “American Idiot” dei Green Day e “All I Want for Christmas Is You” di Mariah Carey, tra gli altri. Si afferma inoltre che i servizi di AI abbiano riprodotto voci indistinguibili da artisti come Lin-Manuel Miranda, Bruce Springsteen, Michael Jackson e ABBA.
Un esempio citato nella causa descrive come uno degli strumenti di AI abbia riprodotto una canzone in modo quasi identico al classico di Chuck Berry “Johnny B. Goode”, utilizzando il prompt “rock and roll degli anni ’50, rhythm & blues, 12 bar blues, rockabilly, cantante maschile energico, cantante chitarrista” e alcuni dei testi di Berry. L’accusa sostiene che il generatore abbia quasi perfettamente ricreato il ritornello originale “Go, Johnny, go, go”.
Le case discografiche non vogliono uccidere AI
La RIAA non afferma che l’addestramento di AI su opere protette sia completamente sbagliato, ma piuttosto che è illegale farlo senza licenza, senza consenso e senza pagare alcuna fee.
L’industria discografica, dal canto suo, sta lavorando su accordi di licenza AI che ritiene equi. Questi includono un accordo tra Universal e SoundLabs, che permette a quest’ultima di creare modelli vocali per artisti mantenendo il controllo sulla proprietà e sulla produzione.
Universal ha anche collaborato con YouTube su un accordo di licenza e royalties per l’uso dell’AI. Universal rappresenta anche Drake, autore di un brano di accusa contro Kendrick Lamar creato impiegando voci generate dall’AI di Tupac Shakur e Snoop Dogg.
“Esiste spazio per una relazione sostenibile e complementare tra AI e creatori umani,” si legge nella denuncia contro Suno:
Questo può e deve essere raggiunto tramite il meccanismo ben consolidato della licenza di mercato libero che garantisce il dovuto rispetto per i proprietari dei diritti d’autore
Secondo Bloomberg, il co-fondatore di Suno, Mikey Shulman, ha dichiarato ad aprile che le pratiche dell’azienda sono “legali” e “in linea con ciò che fanno gli altri.”
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