In redazione è arrivato Xiaomi Mi A3, successore del Mi A2 che avevamo favorevolmente recensito lo scorso anno apprezzandolo per la sua fluidità, garantita soprattutto dalla presenza di Android One, in rapporto al prezzo davvero contenuto.
Ci è bastato tirarlo fuori dalla scatola per accorgerci subito che è cambiato praticamente tutto, a partire dalle dimensioni: è leggermente più piccolo del suo predecessore, misura infatti 15,4 x 7,2 x 0,85 centimetri circa mentre il Mi A2 misura 15,9 x 7,6 x 0,73 centimetri, anche se pesa un poco di più (173 grammi contro i 168 di Mi A2).
I bordi sono maggiormente arrotondati e si tiene molto bene in mano grazie al retro che, come il frontale, è realizzato in vetro Gorilla Glass 5 (il Mi A2 era molto più sottile e con il dorso in alluminio senza custodia scivolava parecchio).
La cornice è invece realizzata in policarbonato e la disposizione di aperture e pulsanti è rimasta invariata: bilanciere del volume e tasto di Standby sulla destra, microfono, porta USB-C e speaker mono sul fondo, vassoio per microSD e nanoSIM a sinistra mentre sul lato superiore trovano posto il microfono secondario, il sensore IR e, sorpresa, il jack audio da 3.5 mm.
Sul Mi A2 per l’audio cablato si doveva infatti passare per la USB-C – c’era l’adattatore incluso in confezione – ma così si possono collegare le cuffiette e al contempo ricaricare il telefono senza necessità di adattatori (che molto spesso si dimenticano a casa).
Su Xiaomi Mi A3 lo schermo ricopre una porzione più ampia della facciata frontale e rispetto alla parte inferiore, la cornice superiore è molto più sottile grazie all’adozione del sistema “a goccia” per dare spazio alla fotocamera anteriore sacrificando il minor spazio possibile.
Un’altra delle novità che si notano subito si trova sul retro. Il comparto fotografico posteriore non è composto più da due fotocamere ma ben tre, leggermente sporgenti ed accompagnate da un flash LED ed una scritta “48 MP AI Camera” che accenna già alle tecnologie impiegate in questo campo e di cui parleremo nella recensione al termine dei nostri usuali test.
Nel complesso Xiaomi Mi A3 si tiene molto meglio in mano: il peso maggiore non si nota affatto (alla fine sono soltanto 5 grammi in più) e il fatto che sia più compatto sinceramente non dispiace. La maneggevolezza poi migliora se lo si inserisce nella custodia fornita in dotazione. Si tratta di una semplice cover in morbido silicone, di colore nero con una leggera trasparenza che lascia intravedere leggermente le scritte sul retro.
Rispetto a quella del Mi A2 calza in maniera eccellente perché avvolge il telefono completamente lasciando un sottilissimo spessore sull’area frontale per proteggere lo schermo. Copre i pulsanti e con il suo millimetro di spessore protegge bene le aperture. In più sul retro va ad assorbire quel minimo scalino che fanno le fotocamere sporgenti allineando tutto il dorso del telefono, che così non sobbalza quando lo si appoggia su una superficie piana.
Ottima scelta poi la copertura per la porta USB-C che la protegge dalla polvere, dall’umidità e dalle piccole infiltrazioni di liquidi che potrebbero essere ad esempio causate da una tazza di caffè che vi si rovescia sopra accidentalmente. Non di più, anche perché come il suo predecessore non è impermeabile.
Dando un’ultima occhiata alla confezione, dentro non c’è la pellicola per proteggere il display e neppure le cuffiette, una scelta che abbiamo apprezzato perché da un punto di vista ecologico va a ridurre il numero di rifiuti elettronici, perché diciamocelo: alle pellicole normalmente si preferiscono le protezioni in vetro per la loro maggiore efficienza in caso di urto, mentre le cuffiette con filo solitamente vendute con gli smartphone di questa fascia di prezzo hanno una qualità davvero molto bassa. C’è invece il caricatore USB-C da 10W con relativo cavo per ricaricarlo fin da subito.
Questo è quanto abbiamo notato dal primo contatto, ma c’è un’altra differenza (a parte il prezzo, che nel momento in cui scriviamo su GearBest si aggira intorno ai 250 euro) che vogliamo anticiparvi già subito perché la si scopre nei pochi minuti che seguono il primo avvio, durante la configurazione.
Rispetto al predecessore può sembrare che abbia perso il sensore per la scansione delle impronte digitali, che sul Mi A2 si trovava al centro, sul retro: in realtà con il Mi A3 è stato solo spostato…sotto lo schermo.