Ricercatori dell’Harvard University affermano di essere riusciti a stampare tessuti viventi dotati di vasi sanguigni. Il team, guidato dalla professoressa Jennifer A. Lewis, ha sfruttato una stampante 3D con una testina auto costruita che sfrutta un inchiostro “fuggitivo”, un materiale gelatinoso per la per la vascolarizzazione con elementi di matrici cellulari e cellule umane.
L’obiettivo dei bio-ingegneri è costruire parti di ricambio per gli organi come il rene o il polmone dalle cellule dei pazienti. I ricercatori sono già in grado di fabbricare piccole porzioni di tessuto in laboratorio ma per la creazione di veri e propri organi è necessario fabbricare tessuti più grandi creando complesse reti di vasi sanguigni. Da qui l’idea di sfruttare una stampante 3D con un set d’inchiostri speciali per stampare sottili tessuti artificiali con vasi sanguigni. I tessuti devono essere sottili per permettere all’ossigeno di diffondersi e ai nutrienti di impedire l’accumulo di metaboliti tossici. Gli scienziati sono riusciti a stampare tessuti da 75 micrometri, più grandi dei capillari che scambiano sostanze nutritive e rifiuti nel corpo. La speranza è che il metodo di stampa 3D permetta di impostare l’architettura dei vasi sanguigni nel tessuto artificiale, permettendo ai vasi sanguigni più piccoli di svilupparsi insieme al resto del tessuto.
Lo studio è descritto in modo completo su Advanced Materials.